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ROVIGO

Iras senza soldi per pagare le bollette

Pagati gli stipendi, non resta praticamente nulla. E il fornitore del servizio avanza 300mila euro...

Casa Serena, entro marzo la restituzione

Iras a secco: pagati gli stipendi sul conto restano 9mila euro. E il rischio è persino il taglio della corrente: il fornitore avanza la bellezza di 300mila euro.

E’ quanto emerso dalla riunione di ieri pomeriggio tra il commissario regionale Tiziana Stella con gli ospiti della struttura di Casa Serena, in cui è stato annunciato che, a prescindere dall’accordo con il Comune, presto saranno trasferiti in nuovi appartamenti, nel centro di Rovigo, messi a disposizione dall’Ater.

Due le riunioni pianificate nel corso della giornata di ieri: una dedicata agli ospiti della casa di riposo e una a coloro che risiedono negli appartamenti. Nella sala anziani, i diretti interessati ma anche genitori e nipoti, in cerca di risposte. “E’ un momento particolare, ma non tragico - ha spiegato la Stella - gli alloggi che vi sono stati assegnati appartengono al Comune di Rovigo, noi come Iras li abbiamo solo in gestione. Il Comune ci ha chiesto di accogliervi, ma dal 2016 non prendiamo poi alcun contributo dal Comune. Da tempo abbiamo dichiarato di non essere in grado di gestire il servizio perché non abbiamo capacità di pagare le bollette o fare le pulizie, non ci sono soldi. Abbiamo 300mila euro di debiti verso Enel e non so se il mese prossimo avrete la corrente”.

Come dichiarato, sul conto di Iras ci sono 9mila euro, al netto degli stipendi di questo mese che, conferma Stella, avranno priorità. “Non siamo in grado di offrire alcun servizio ma questo non significa che vi butteremo in strada - ha riferito ancora la Stella - significa che stiamo negoziando con il comune di Rovigo e Ater per il vostro trasferimento presso un altro alloggio in condizioni migliori”. La Stella ha anche confermato di essere in attesa che il Comune faccia una determina di emergenza abitativa che identifichi le persone che possono usufruire di queste abitazioni.

Ad essere interessati dalla soluzione nove persone che ad oggi vivono negli appartamenti; per le 15 non autosufficienti è previsto un “dirottamento” fuori Rovigo. In ogni caso il commissario è stato chiarissimo: non c’è più tempo per tornare indietro e entro marzo l’immobile dovrà essere lasciato vuoto.

“Non so quali saranno gli alloggi Ater, ma saranno centrali e a norma - ha aggiunto - Abbiamo individuato e valutato le esigenze di ciascuno di voi e ne terremo conto. Ater ha già confermato che, compatibilmente con gli alloggi a disposizione, non ci sono problemi. Siete liberi di non accettare la proposta di trasferimento e scegliere una proposta abitativa differente”.
Dopo la spiegazione sono iniziate le domande, semplici ma fondamentali per la serenità di chi sta subendo questa situazione. La preoccupazione principale degli anziani è quella di essere separati dalle amicizie costruite nel tempo all’interno della struttura.

“Non posso dire con certezza se sarete frammentati - ha detto la Stella - Ater ha fatto una ricognizione generale numerica, ma terremo conto di questa necessità”.

Quindi sugli appartamenti: “Non li ho visti, ma saranno simili a quelli in cui vivete e saranno in centro a Rovigo - ha confermato - attendiamo questa delibera e ci auguriamo che con l’approvazione della convenzione si proceda”.

Tra i temi sollevati anche l'aspetto economico, perché i costi dell'affitto potrebbero essere differenti, fattore non di poco conto per chi ha pensioni basse. “Gli affitti andranno in base al reddito - ha aggiunto la Stella - quindi potrebbero essere allineati a quelli attuali”. Spese come il trasloco, gli allacciamenti e gli arrendi eventualmente mancanti non saranno a carico degli anziani

“Il prossimo step - ha detto ancora il commissario - è capire quanti sono interessati a trasferirsi negli alloggi Ater: su questo dato costruiremo la determina”. L’impegno della Stella è quello di costruire un percorso insieme alle famiglie, con ricognizioni nelle attuali abitazioni per capire che cosa gli inquilini potranno trasferire anche se non di loro proprietà. Ai parenti però resta l’amaro in bocca, perché alla richiesta sulle tempistiche dei traslochi la risposta non è stata chiara. Quel che è certo è che il trasferimento è deciso: a prescindere che Iras firmi un accordo col Comune il percorso attraverso Ater ci sarà. “Il Comune non può pagare per voi e ha dichiarato che non vuole farlo - ha concluso la Stella - per fortuna esiste una soluzione, ma richiede adattamento”.

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