VOCE
ADRIA
19.01.2023 - 17:00
Si avvicina la ricorrenza della “Giorno della memoria” che si celebra nella data del 27 gennaio, nel giorno in cui, nel 1945, l’Armata russa entrò nell’infermo di Auschwitz. Il prossimo 27 gennaio, sarà una celebrazione particolare per la comunità adriese e dei paesi limitrofi perché rappresenta il “battesimo” dell’associazione Pietre d’inciampo guidata da Monica Stefani, sorta circa un anno fa con l’obiettivo di tener viva la memoria della Shoah ed educare le giovani generazioni ai valori della pace, della libertà, del rispetto della dignità umana abbattendo ogni barriera culturale, religiosa ed etnica.
L’associazione ha quindi proposto un’importante iniziativa a Papozze in collaborazione con la locale biblioteca e il patrocinio del Comune. Alle 11 incontro con gli alunni della scuola media Leonardo Da Vinci sul tema “Conoscere la Shoah”. Intervengono Luciana Passarella con una lezione storica “Ragazzi, vi racconto la Shoah” mentre Paolo Rigoni parlerà degli “Ebrei civili internati a Papozze e in Polesine”.
La seconda parte della giornata sarà nel pomeriggio: alle 15,30 nel cimitero di Panarella per rendere omaggio alla figura di don Giovanni De Stefani, parroco della piccola comunità, che si adoperò per la salvezza dei coniugi Alfred Feigl ed Elisabetta Laufer, quando operava a Canaro; alle 16,15 nel cimitero di Papozze omaggio alla memoria di Ivone Pivanti, podestà del paese che contribuì alla salvezza di alcune famiglie di ebrei detenuti a Papozze e in altre località del Polesine, fornendo loro carte di identità in bianco del comune.
L’associazione Pietre d’inciampo parteciperà con altre iniziative alle celebrazioni che si svolgeranno ad Adria. L’esordio pubblico dell’associazione è avvenuto un mese fa con un seminario che ha visto la partecipazione di Claudio Vercelli e Frediano Sessi studiosi, ricercatori e autori di importanti opere sul dramma dell’Olocausto e sulle conseguenze umane, morali e culturali che ha lasciato.
“Un incontro molto importante – ricorda Monica Stefani – non soltanto per la qualificata preparazione dei relatori, ma perché si è voluto dare a insegnanti ed educatori alcuni strumenti didattici per spiegare ai giovani che cosa è stata la Shoah”.
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