VOCE
Cultura
21.01.2023 - 20:36
A due mesi dalla morte del maestro Gianpaolo Berto, nella Cappella Paolina della Basilica di Santa Maria Maggiore a Roma, una delle chiese più belle del barocco italiano, si è tenuta la messa di suffragio in ricordo dell’intellettuale rodigino deceduto nella capitale a metà novembre.
E non si è trattato di una scelta casuale, visto che proprio la Basilica di Santa Maria Maggiore è la chiesa che Berto frequentava per la grande forza dei suoi apparati artistici e architettonici. Alla celebrazione eucaristica erano presenti pareti e amici di Gianpaolo Berto, oltre a molti docenti dell'Accademia di belle arti arti con tantissimi suoi allievi. Luciano Zerbinati ha invece portato il saluto dei tanti amici di Rovigo.
Nell'occasione è stata distribuita a tutti i presenti una foto ricordo di Gianpaolo Berto con una sua massima che amava citare (“Chi ricorda quotidianamente l’impegno è salvo”) e la riproduzione di uno dei suoi disegni più ripetuti a ricordo di Jolena Baldini, sua musa ispiratrice. Luciano Zerbinati dal canto suo ha assicurato che prossimamente anche a Rovigo, ad Adria e a Chioggia (vale a dire nei luoghi del cuore del professore scomparso), si cercherà di ricordare ed onorare come merita la figura del maestro Berto.
Nativo di Adria, artista eclettico e poliedrico, Gianpaolo Berto già nel 1956, ad appena 16 anni, venne portato a Roma, da Carlo Levi, colpito dalla sua precoce creatività. E nella capitale frequentò prima la scuola di De Chirico e poi quella di Guttuso successivamente. Senza però mai perdere il rapporto con la sua terra e con i suoi artisti conosciuti nell’ambiente adriese del primo dopoguerra: da Scarpari, a Reali, da Rizzi a Palmieri, a Gioli. Senza dimenticare che, giovanissimo, Giolo aveva frequentato a Rovigo lo studio di Prudenziato e Breseghello, e aveva stretto una forte amicizia con Gabbris Ferrari, uno degli intellettuali di spicco della Città delle Rose.
A Roma la sua è stata una carriera artistica ricca di soddisfazioni ed incontri, a partire da quelli con De Chirico, Guttuso e Picasso. Per lunghi anni docente all'Accademia delle Belle Arti di Roma, Berto ha esposto le sue opere in prestigiose gallerie e musei. E quando se ne presentava l’occasione non ha mai mancato di tornare nel suo Polesine.
Una vicinanza alla propria terra da parte di un grande artista del quale la cultura polesana sentirà ancora di più la mancanza con il passare del tempo.
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