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ROVIGO

Frati addio: "Poche vocazioni"

“Si deciderà una razionalizzazione delle 24 strutture in Triveneto”

Frati addio: "Poche vocazioni"

Poche vocazioni e la necessità di razionalizzare la rete di conventi dei frati Cappuccini minori. La decisione se chiudere o meno il convento di Rovigo, storica presenza in città, sarà presa tra il 24 febbraio e il 4 marzo. In quei giorni si terrà il capitolo dell’ordine, ossia l’assemblea composta da 71 dei 240 frati che fanno parte della Provincia del triveneto, e sarà quello delle decisioni.

“Il capitolo - spiega frate Claudio, segretario dell’ordine triveneto - si riunirà con diversi punti da affrontare. Occorrerà nominare il ministro provinciale dei cappuccini minori e affrontare il tema della rete dei conventi nel Triveneto, compreso l’Alto Adige”. Attualmente i conventi operativi sono 24, troppi per gli appena 240 frati, ecco allora che c’è la necessità di razionalizzare forze e strutture, perché, il commento “se non lo facciamo noi, lo farà la vita”. Il problema, per dirla in maniera molto laica, è la difficoltà del ‘turn over’, la carenza di vocazioni infatti fatica a rifornire di personale “la rete dei conventi”.

Per questo occorrerà chiudere qualche convento e redistribuire i frati nelle altre strutture. La chiusura del convento di Rovigo, che attualmente ospita 12 frati, resta quindi probabile anche se, frate Claudio precisa che “se i frati si opporranno non è detta l’ultima parola, se ne discuterà quei giorni. capisco che a Rovigo la cittadinanza è affezionata ai frati, e capisco anche che a Rovigo si gestiscono importanti servizi. Però occorre fare i conti con la realtà e con la difficoltà di portare avanti la gestione di un grande convento”.

In Polesine i Cappuccini minori sono presenti anche al convento di Lendinara, 7 frati, mentre la struttura di Adria è già stata chiusa tempo fa. Quello di Lendinara però non appare fra quelli che potrebbero chiudere i battenti anche se al capitolo di fine febbraio le strutture in predicato di salutare i Cappuccini sono più di una.

Al capitolo di fine febbraio, inoltre, si affronterà anche il tema della gestione delle strutture che resteranno senza frati, di proprietà dell’ente Provincia veneta dei Cappuccini. Per quel che riguarda Rovigo, quindi, se la chiusura sarà confermata occorrerà definire il destino del convento e dei terreni che ne fanno parte. Ed anche la gestione della mensa, per la quale la Caritas diocesana di Rovigo è già pronta a subentrare nel servizio di assistenza alimentare ai più disagiati.

Insomma il calo delle vocazioni sta comportando la perdita di punti di riferimento dal punto di vista sociale. I frati a Rovigo sono sempre stati sinonimo di assistenza ai più poveri. Ma i conti della realtà lascia poco spazio alle speranze. Basti pensare che in un decennio nel Triveneto il rapporto fra nuove ordinazioni e decessi o (uscite dai conventi) è stato di circa 1 a 8-1 a 10. Difficile quindi riuscire a tenere aperti tutte le strutture del territorio.

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