VOCE
COLDIRETTI
27.01.2023 - 21:00
È arrivata la programmazione transitoria dei flussi d’ingresso dei lavoratori non comunitari nel territorio dello Stato che riguarda tanto il lavoro stagionale che le altre tipologie di quote d’ingresso, incluse le quote di conversione. Secondo un dossier Idos, in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto in Italia da mani straniere con 358mila lavoratori provenienti da ben 164 Paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle fornendo più del 29% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore.
Il provvedimento è comunemente conosciuto come ‘Decreto flussi’; rispetto al decreto dell’anno 2022, il nuovo Dpcm fissa a 82.705 la quota annuale in aumento rispetto alle precedenti 69.700. "Per quanto riguarda le quote per lavoro stagionale attese principalmente nelle campagne queste – sottolinea la Coldiretti - ammontano a 44.000 unità (erano 42.000 lo scorso anno) delle quali 1.500 sono riservate alle nuove richieste di nullaosta stagionale pluriennale, quote che di fatto consentono all’impresa negli anni successivi di non essere vincolata ai termini di pubblicazione in G.U. del Dpcm per avere accesso all’autorizzazione. Alcune quote sono riservate ai lavoratori di Paesi con cui entreranno in vigore accordi di cooperazione in materia migratoria, a quelli che abbiano completato programmi di formazione nei Paesi di origine e alle richieste presentate dalle organizzazioni professionali dei datori di lavoro che assumono l'impegno a sovraintendere alla conclusione del procedimento di assunzione dei lavoratori".
"La vera ed importante novità di questo provvedimento - prosegue la comunicazione di Coldiretti - è rappresentata infatti dal consolidamento e riconferma del rilascio di quote di ingresso riservate alle associazioni di categoria per i propri associati nella misura di 22.000 unità (erano 14.000) a dimostrazione del fatto che i tempi sono maturi per rendere strutturale la norma sperimentale introdotta dal decreto semplificazione (Dl 73/2022), sostenuta dalla Coldiretti. Il nuovo Decreto – precisa la Coldiretti - sarà anche l’occasione per sperimentare il superamento del nullaosta, sostituito da una comunicazione allo sportello unico per l'immigrazione da parte del datore di lavoro contenente la proposta di contratto di soggiorno per lavoro subordinato. Si prevede peraltro che il datore di lavoro interessato abbia previamente verificato presso il centro per l’impiego competente dell’indisponibilità di un lavoratore presente sul territorio nazionale prima di assumere lavoratori non comunitari dall’estero. Una norma che in agricoltura rischia di trasformarsi in un appesantimento burocratico per le imprese costrette a fare i conti nei campi con le esigenze di tempestività imposte dai cambiamenti climatici e dalla stagionalità delle produzioni. Si auspica pertanto che tale richiesta non valga per i lavoratori stagionali agricoli".
“Il nostro è un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri nonostante la crescita di interesse tra i connazionali – commenta Carlo Salvan, presidente Coldiretti Rovigo -. In agricoltura si devono rispettare la stagionalità e i picchi di lavoro, per alcuni settori specifici serve manodopera specializzata, soddisfatta in buona parte, negli ultimi anni, da manodopera straniera. La situazione andava affrontata per permettere l’ingresso regolare dei lavoratori migranti e stagionali necessari per difendere la sovranità alimentare di cui ha bisogno il nostro Paese e per applicare le necessarie tutele di questi lavoratori agricoli”.
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