VOCE
il caso iras
29.01.2023 - 06:00
Il fallimento dell’Iras sarebbe il fallimento della politica. La Cisl di Rovigo contro Comune e Regione per lo stallo, e il rischio di chiusura, dell’Iras.
Franco Maisto e Stefania Botton stigmatizzano che da giorni si assiste ad una continua alternanza di notizie rassicuranti e allarmanti sulla situazione dell’Iras. “Così non si sta facendo il bene della struttura, dei suoi ospiti e dei lavoratori, anzi si sta creando un alibi nel caso in cui non trovando alcun compromesso si ponga fine alla gestione pubblica per passare alla liquidazione e magari all’entrata di qualche soggetto privato predisposto a rilevare tutto per poco”.
La Cisl evidenzia che Regione e Comune “dopo gli screzi negli incontri in presenza hanno dimostrato che la mancanza di dialogo sta trascinando il futuro di oltre 150 famiglie di lavoratrici e oltre 300 ospiti in un oblio sempre più nebuloso”.
E continuano: “La politica non può permettersi ancora di perdere altro tempo. Servono risposte certe e che si ponga fine a questo balletto infinito che dura da anni e che destabilizza fisicamente e psicologicamente ospiti e familiari. Ma allo stesso tempo destabilizza un intero territorio perché anche coloro che hanno bisogno di un punto di riferimento importante dove poter vedere accolti i loro familiari sono costretti a rivolgersi ad altre strutture distanti da Rovigo. A perderci sarà l’intera comunità.- dice Stefania Botton, segretaria della Cisl Padova Rovigo - Abbiamo assistito ad uno stillicidio di affermazioni da parte della commissaria regionale Tiziana Stella, che ha toccato il delicatissimo tema della mancata liquidazione da mesi dei fornitori, da ultimo quello dei farmaci per comprendere poi che siamo già oltre il limite per la tenuta dei fidi bancari. Dall’estate 2016, entrata in gioco del primo commissariamento regionale, molto si è discusso e tanto si è detto. Eppure nonostante il tempo passato, circola ancora poca conoscenza del tema. La sensazione è che ognuno abbia viaggiato per proprio conto”.
Ecco allora che per il sindacato: “Non si può salvare nessuno da questa ‘partita’, da un lato il Comune di Rovigo, impegnato a cercare una scusa per rallentare la chiusura della trattativa, dall’altro la Regione con indirizzi mutati nel tempo - afferma Franco Maisto della Cisl fp - prima il salvataggio iniziale con tanto di aiuto Ater, poi la cooperativa per Casa Serena ed ora si sta aprendo il sipario per l’abbandono dello stabile di 6 piani di via Bramante e, se non cambia direzione, il fallimento totale per San Bortolo”.
La Cisl dice che “abbiamo avuto più volte dato credito alle buone intenzioni dei rappresentanti regionali e alla volontà dell’amministrazione comunale di trovare una effettiva soluzione. Abbiamo assistito a enunciazioni di massima su nuovi spazi per centri diurni, locali per anziani e alloggi per studenti, tutto a parole e nessun progetto e non dimentichiamo che la lungaggine di quanto sta rappresentandosi non è altro che un viatico a far si che le banche non diano a loro volta più fiducia alla gestione seppure straordinaria di Iras. Ad oggi ci sembra che la debolezza emersa negli ultimi incontri fra Comune e Regione porti solo ad evidenziare che il problema esiste ma che a nessuno interessa realmente risolverlo”.
“In questo modo - continua la Cisl - si fa male al territorio, alla città. Quanti consiglieri hanno fatto visita a Casa Serena? Probabilmente nessuno, altrimenti non poteva trovare spazio nel documento portato in commissione la clausola che lo stesso immobile debba essere riconsegnato a norma. Porte rotte e locali inagibili, certificazioni impiantistiche latenti e perplessità anche sulla tenuta sismica. Queste le reali condizioni di Casa Serena, che a breve verrà svuotata”.
Poi un pensiero ai lavoratori: “Non lasceremo i lavoratori soli, speriamo in un colpo di reni di un’amministrazione che finora ha tergiversato nei tempi, nelle modalità e che andando a usare le consulenze per poi non portarle al tavolo non fa certo una bella figura”.
E rivolti alla dirigenza Iras: “I famosi piani industriali ad oggi sono stati teorici e mai presentati alle parti sindacali. La pietra miliare del progetto di risanamento è rappresentata dalla chiusura del centro di costo di Casa Serena e della sua contestuale gestione dove manca l’intesa soprattutto per un accordo di programma”. Poi il sospetto che “questo tergiversare, sia da apripista ad un fallimento della gestione pubblica e che ad approfittarsi di tutto sia un gestore privato che, con un contratto economico più basso, prenda in mano quello che la politica non ha saputo salvare”.
Una presa di posizione “dura anche se come Cisl Fp siamo disponibili al dialogo su progetti concreti”.
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