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Storia e vita del grande monastero

Le vicende e lo sviluppo di un luogo da sempre in connessione col resto della città

Storia e vita del grande monastero

Una sala Flumina gremita ha accolto con grande interesse, ieri, la presentazione del volume “Il monastero e la città. San Bartolomeo di Rovigo: vita religiosa, arte, cultura, economia”, con il quale l’associazione culturale Minelliana aggiunge un altro prezioso tassello alla sua ricca pubblicazione, da sempre volta ad indagare e divulgare il territorio polesano nei suoi vari aspetti.

Non poteva essere luogo più adatto il museo dei Grandi Fiumi, che oggi ha sede proprio negli ambienti dell’antico complesso monumentale, sorto quale sito preposto al culto religioso a partire dal medioevo, ex moenia, in un borgo oltre le mura di Rovigo, e divenuto nel tempo uno dei cardini della città, influenzandone lo sviluppo culturale, economico ed urbanistico, la connessione con le altre località della provincia ed anche oltre fino a Ferrara.

Il libro voluto dall’attuale presidente della Minelliana Mario Cavriani e dedicato al primo presidente e fondatore Leobaldo Traniello, per la cura di Stefano Zaggia, insegnante universitario, raccoglie in 17 saggi gli atti del convegno minelliano del 15-16 novembre 2019 sul monastero ed i suoi rapporti con la città che lo ha visto sorgere, dal medioevo all’epoca moderna. Convegno allora svoltosi sulla scia di una triplice fortunata occasione: 700 anni dalla fondazione dell’ordine degli Olivetani, monaci benedettini, quasi 550 anni dal loro insediamento in Rovigo al posto degli Umiliati (bolla papale del 1474) e 40 anni dall’edizione di un primo volume sulla storia del complesso di San Bartolomeo.

Tante le autorità intervenute ad incominciare da quelle istituzionali: l’assessore regionale Cristiano Corazzari, il vicesindaco e assessore alla cultura del comune di Rovigo Roberto Tovo, il presidente dell’Accademia dei Concordi Giovanni Boniolo, Fausto Merchiori della fondazione Cariparo che ha finanziato l’opera, il parroco di San Bortolo don Andrea, don Alberto Nardin dell’abbazia benedettina del Pilastrello di Lendinara, in rappresentanza dell’abate Christoper Zielinski, autore dell’introduzione. Per la presentazione del volume, oltre al curatore, hanno parlato le docenti dell’UniPd Stefania Malavasi ed Elena Valduz, presidente dell’Associazione italiana di storia urbana.

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