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BADIA POLESINE

Giuditta, sangue e memoria

Sul palco la compagnia “I Ruscoletti” e l’introduzione dell’assessore Targa e di Manuela Tavian

Giuditta, sangue e memoria

Sul palco la compagnia “I Ruscoletti” e l’introduzione dell’assessore Targa e di Manuela Tavian

Teatro Balzan esaurito in ogni ordine di posto, e gli applausi convinti a fine serata del pubblico presente hanno decretato il successo della rappresentazione teatrale “Il sangue di Giuditta”, lavoro liberamente tratto da uno studio storico di Emanuele D’Antonio. L’evento con la regia di Emiliano Milani dell’Associazione Zagreo patrocinato da Comune e Pro loco, si è svolto nell’ambito delle celebrazioni del Giorno della Memoria, dedicato alle vittime della Shoah. Sul palco la Compagnia “I Ruscoletti” di Canda con qualche “attore” a sorpresa come il professor Giorgio Paolo Aguzzoni, al canto il Coro “Vincenzo Ferrari consort” di Lendinara, diretto dalla badiese Patrizia Arduini.

L’evento come spiegato a fine spettacolo dall’assessore Valeria Targa con Manuela Tavian voce narrante, e con l’autore del libro Emanuele D’Antonio, nasce dalla volontà di mettere in scena una vicenda realmente accaduta a Badia Polesine nell’estate del 1855. Protagonisti del fatto, Caliman Ravenna, un ebreo benestante, e la giovane Giuditta Castilliero, in un contesto sociale formato da nobili, aristocrazia terriera, borghesi arricchiti e popolani. La giovane scompare e quando ricompare è ferita, accusa gli ebrei di rapimento e di tentato omicidio, rituale legato all’antico pregiudizio del “delitto del sangue”.

L’episodio, alimenta un’ondata di sdegno nella comunità locale e contemporaneamente di pregiudizio nei confronti del popolo ebraico. La vicenda narrata si è intrecciata con la storia di Badia Polesine e di altri paesi, limitrofi e non, portando alla luce nomi importanti di aristocratici, benestanti e commerciati del tempo, oltre ciò le vicende del Teatro Sociale anch’esso di epoca ottocentesca.

L’autore del volume ha spiegato che il libro che ha generato la recitazione odierna nasce quasi per caso, rinvenendo negli archivi veneziani documentazione relativa al fatto accaduto a Badia, diventando però ben presto di dominio internazionale. “Studiando la questione e scrivendo mi sono chiesto quali erano i motivi dell’antisemitismo - le parole di D’Antonio - chi si opponeva all’emancipazione degli ebrei? Non certo l’Impero asburgico che invece la supportava. Era probabilmente un insieme di motivi”. E concludendo “Ringrazio Badia Polesine e le sue istituzioni che mi hanno sempre accolto bene”.

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