VOCE
ROVIGO
31.01.2023 - 18:07
C’è agitazione fra le tante famiglie italiane che da tempo si avvalgono del supporto di figure fondamentali come colf e badanti. Dal 18 gennaio 2023, infatti, sono scattati gli adeguamenti degli stipendi e le loro buste paga potrebbero salire in modo significativo, con una stima di aumenti di un massimo di 120 euro al mese, in base alla retribuzione attuale.
A far scattare gli aumenti l'adeguamento delle retribuzioni minime per i lavoratori del settore, una buona notizia per i lavoratori stessi, che vedranno finalmente stipendi in linea con gli aumenti, nell'ultimo anno, del costo della vita, molto meno per coloro che dovranno pagare questi aumenti che rischiano ancora di più di non riuscire a far quadrare il bilancio familiare.
La modifica resa effettiva a gennaio è basata sui dati Istat di novembre, con un calcolo di adeguamento del 9,2% per i collaboratori non conviventi e dell'11,5% per i conviventi.
Le buste paga dei lavoratori in regola, quindi, cambieranno in maniera significativa, anche in base alla tipologia del contratto. Un lavoratore o lavoratrice inquadrato come C super, il più diffuso nelle famiglie italiane, e come figura convivente, quindi in assistenza quasi 24 ore su 24 alla persona, nell'anno precedente riceveva circa 1.155 euro, al netto dei contributi, e costava al datore di lavoro circa 1.417 euro. Con l'adeguamento del 2023 ne percepirà circa 1.263 e costerà al datore 1.547 euro.
Un costo che può sembrare non altissimo, rispetto al lavoro effettuato, ma che include proprio le spese vive della convivenza, come bollette e generi alimentari, a carico dell'assistito o della famiglia di esso. Proprio questo fattore determinerebbe le difficoltà nel sostenere questi aumenti in busta paga, perché se gli stipendi di colf e badanti sono stati adeguati, lo stesso non è stato per quello di tanti lavoratori che devono avvalersi dei loro servizi.
Famiglie che quindi si ritrovano a dover superare aumenti di buste paga del personale che assiste i propri cari, aumenti di bollette di luce e gas e di generi alimentari, senza però mai vedere crescere anche il proprio stipendio. L’aumento riguarderà anche quei collaboratori domestici che non sono conviventi e verranno quindi pagati a ore. In caso di lavoratore impegnato per circa 40 ore settimanali ad un importo orario di circa 7,13 euro si passerà ad un 7,79, andando quindi dai precedenti 1.388 euro mensili (1.582 per il datore di lavoro) a 1.517 euro (1.727 per il datore di lavoro).
Il pericolo concreto è che molti non riescano a far fronte a queste spese. Un anziano, ad esempio, che non dovesse ricevere una pensione superiore all'importo mensile da erogare alla badante, sarebbe quindi costretto ad intaccare i propri risparmi o a chiedere aiuto a figli e parenti. In un panorama italiano sempre più vecchio come popolazione e che vede pensioni decisamente troppo basse per far fronte a scelte economiche così importanti c'è anche il concreto rischio che le famiglie rinuncino a questa figura, o nel caso non sia possibile, rinuncino ai contratti in regola, orientandosi verso quelli in nero, davvero cosa esecrabile. Ipotesi che, almeno per il momento, fortunatamente sembra essere stata esclusa dalle famiglie, perché alcuni Caf locali confermano 40 nuove assunzioni nel mese di gennaio, nonostante gli aumenti. Le persone gestite tra posizioni attive e cessate, però, sono circa 430 al mese. Quante di esse proseguiranno in regola, dopo questi adeguamenti rimane però un'incognita.
Commenti all'articolo
frank1
31 Gennaio 2023 - 18:45
in italia:vuoi usare i lmuletto? e il patentino?vuoi pulire la caldaia? e il corso?vuoi caricare i lclima? serve l'iscrizione...vioi fare la badante? NON serve nulla!!manco conoscere l'italiano..scritto e orale...manco sapere leggere la posologia dei medicinali.ecco le conquiste sindacali!!! vitto,alloggio,tredic.ferie..per orari d'ufficio!!
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