VOCE
ROVIGO
01.02.2023 - 19:30
Gli stipendi delle badanti crescono ancora, quelli delle famiglie no. Il recente adeguamento delle paghe di queste figure domestiche sta generando molta preoccupazione all’interno dei nuclei familiari che devono avvalersi del loro servizio a causa di un parente anziano o non autonomo.
“C’è molta preoccupazione nelle famiglie - spiegano Morgan Campanati e Francesca Moretto dell’agenzia di assistenza Equimondo - se da una parte sono aumentati gli stipendi di queste figure, anche di 120-150 euro, quelli delle famiglie o le pensioni degli anziani no. Comprensibile che molti di essi si stiano domandando come fare a sostenere questa spesa”.
Il rischio concreto, per un anziano con una pensione molto bassa è di non riuscire a fare fronte a questo esborso e di dover intaccare i propri risparmi o, se presente, chiedere aiuto ai propri familiari. “Gli adeguamenti ci sono sempre stati, vengono fatti circa ogni anno - prosegue Moretto - gli adeguamenti non impattano però solo sulla paga base, non dimentichiamo che di conseguenza aumentano anche tredicesima, contributi e Tfr. Tutto viene ridimensionato. Se al lavoratore l’aumento risulta circa di 120 euro, per il datore di lavoro è molto più alto, più che raddoppiato".
"Questi aumenti però non ci sono stati per gli stipendi delle famiglie, o per le pensioni. Persone che rappresentano i datori di lavoro di queste figure e che si trovano a pagare queste maggiorazioni in un contesto generale in cui anche tutti il resto è aumentato. Bollette, spesa ed eventuali farmaci, tutto è cresciuto. Se si somma anche questa spesa è comprensibile perché vi possano essere difficoltà”.
Le famiglie quindi stanno chiedendo, anche nelle agenzie, se esistano bonus o sgravi che possano aiutarli a sostenere queste spese. “Al momento non sappiamo se arriveranno dei contributi per aiutare coloro che devono affrontare questo problema - aggiunge Campanati - ma sono in molti che stanno chiedendo informazioni sulla possibilità di usarli. Il problema è che non sappiamo quali saranno i criteri con cui verranno assegnati. Se ad esempio si dovessero basare sulla presentazione di un Isee molte persone non potrebbero accedervi. In una ipotesi di un anziano con un’ottima pensione, questa sarebbe troppo alta per entrare in alcuni parametri di sgravi, ma comunque troppo bassa per sostenere la spesa della badante”.
Come già confermato dal Caf locale, con il nuovo adeguamento alcune figure, che effettuano circa 40 ore settimanali, potrebbero ad arrivare a ricevere anche oltre 1.500 euro al mese, ma al datore di lavoro costerebbero oltre 1.700. Il rischio è di incentivare il lavoro in nero per risparmiare qualcosa. “Una scelta controproducente - conclude Moretto - non sono rari i casi di persone che prendono accordi con la famiglia e poi al primo problema si recano a fare vertenza sindacale, con il rischio di ricevere, come famiglia, migliaia di euro di multa e gli arretrati, con importi davvero esorbitanti. La scelta del nero funziona solo se le cose vanno bene ma è sempre un rischio. Scegliere di assumere una badante in regola permette di scaricare parte delle spese sostenute, nel nostro caso, essendo agenzia, le fatture possono essere detratte al 19% come spesa medica. Inoltre appoggiarsi ad una agenzia garantisce di avere una persona selezionata e professionale, scelta in maniera accurata, e anche di cambiarla facilmente in caso non ci sia sintonia”.
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