Cerca

Polesella

Agguato in paese, pestato a sangue

Esercente aggredito da stranieri, si temono legami col racket della pesca di frodo

Agguato in paese, pestato a sangue

Pestato a sangue in pieno giorno, aggredito da alcuni stranieri che poi si sono dati alla fuga. Di certo un episodio brutale come non se ne ricordano a Polesella, almeno in tempi recenti.

Un esercente è stato infatti picchiato senza pietà per motivi ancora in via di ricostruzione. Un vero e proprio pestaggio che ora è all’esame delle forze dell’ordine. Anche perché si teme che l’uomo possa essere stato preso di mira da pescatori di frodo stranieri. Magari come gesto di ritorsione o minaccia.

I fatti si sono verificati nel pomeriggio di mercoledì nella zona dell’argine del Po. In pieno giorno, dunque e non distante da dove, poco prima, il personale della polizia provinciale aveva eseguito un importante sequestro di reti posate nel Grande fiume, proprio all’altezza di Polesella, in maniera del tutto abusiva. Un modo di agire classico e conosciuto messo in atto da parte dei predoni del Po.

Sistemano reti di grandi dimensioni, severamente vietate, che fanno strage di pesce in un ampio tratto del Po, poi passano a ritirarle nottetempo per commercializzare in maniera assolutamente irregolare il pescato.

Questa volta non avevano fatto però i conti con la polizia provinciale che, nonostante i problemi di organico e la scarsezza delle risorse a disposizione, continua a mettere a segno colpi importanti - per quanto non divulgati, ma quasi tenuti nascosti - sia contro i pescatori di frodo che contro i bracconieri. Da qui il sequestro delle reti. Poco dopo, però, è scattata l’aggressione e il brutale pestaggio dell’esercente, figura conosciuta e attiva nel mondo della pesca. Quella regolare.

Le indagini, come detto, sono in corso, ma appare difficile non cogliere un legame, non solo temporale, tra i due eventi.

La pesca di frodo, messa in atto da veri e propri gruppi organizzati, anni fa prevalentemente ungheresi, oggi romeni, è un fenomeno noto da tempo. E’ stato limitato dall’azione delle forze dell’ordine, che hanno messo in atto proprio in Polesine imponenti indagini di polizia giudiziaria, per stroncare questi traffici che provocano anche conseguenze ambientali pesantissime, depauperando in maniera gravissima il patrimonio ittico del Grande Fiume e di tutti i corsi d’acqua presi di mira dai malviventi.

Proprio di recente, però, una sentenza del Tribunale di Rovigo ha escluso che, nelle modalità di azioni di uno di questi gruppi - uno dei principali - fosse ravvisabile l’associazione per delinquere. In questo modo, è venuto meno quello che, forse, era il maggiore deterrente per bloccare queste incursioni non solo nel Po, ma anche in tutti i corsi d’acqua del Paese.

Ora, questo nuovo episodio, di una brutalità alla quale, ancora, non si era assistito. C’è da sperare che non siano i prodromi di una nuova invasione di pescatori di frodo.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Commenta scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su

Caratteri rimanenti: 400

Commenti all'articolo

  • frank1

    10 Febbraio 2023 - 12:01

    e secondo taluni,ne dobbiamo importare altri

    Report

    Rispondi