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PORTO TOLLE

Tesori ed eccellenze da difendere

L'europarlamentare Paola Ghidoni ha raccolto le istanze di pescatori e operatori balneari

Un territorio dalle potenzialità uniche e sempre più evidenti: il comparto balneare in crescita, un turismo slow e di visitazione che può contare su percorsi ciclabili, su uno scenario ambientale e un ecosistema assolutamente unici; un distretto della pesca marittima che è il primo in Europa e una tradizione di molluschicoltura che dà lavoro a più di 3mila persone e costituisce un’eccellenza di livello assoluto. 

Ma anche una serie di problemi di vecchia data: la procedura di riconoscimento della demanialità di spiagge e lagune ferma addirittura dal 1979, con conseguente “blocco” di circa mille ettari di lagune che potrebbero essere adibiti alla molluschicoltura e l’impossibilità di investire sugli stabilimenti balneari; lo spauracchio dello stop al rinnovo delle concessioni balneari; lagune sempre meno produttive e che necessitano di radicali interventi; regolamenti e procedure che vedono i pescatori costretti a ridurre sempre più i giorni di lavoro.

Sono le due facce del territorio di Porto Tolle, presentate, nella giornata di venerdì 10 febbraio, all’europarlamentare della Lega Paola Ghidoni, componente della commissione Agricoltura, che ha voluto conoscere le problematiche del Bassopolesine e della sua gente, accompagnata da Coldiretti Rovigo, col direttore Silvio Parizzi e il referente Impresa Pesca Alessandro Faccioli, oltre che dal sindaco di Porto Tolle, Roberto Pizzoli.

La giornata è iniziata in Comune a Porto Tolle con un incontro con gli operatori balneari di Porto Tolle e Rosolina. Per i primi il problema maggiore è rappresentato da una procedura di riconoscimento della demanialità ferma ormai da mezzo secolo, che costringe i gestori degli stabilimenti a vivere in un clima di perenne precarietà e incertezza, frenando investimenti a lungo termine. I secondi, invece, sono preoccupati per la rivoluzione alle porte, per quanto concerne le concessioni demaniali, che dovranno essere assoggettate a bando: per molti, il rischio è quello di vedersi “sfilati” gli stabilimenti sui quali hanno investito una vita intera.

Nel primo pomeriggio, si è poi tenuta la visita al porto peschereccio di Pila, sempre nel Comune di Porto Tolle, e al locale mercato del pesce, che contribuiscono a comporre il primo distretto ittico in Europa.

Infine, l’incontro, alla Cooperativa pescatori Maistra di Boccasette, frazione di Porto Tolle. Qui, rappresentanti di tutte le realtà della molluschicoltura hanno tracciato un bilancio drammatico della situazione attuale: lagune che necessitano di interventi strutturali, per almeno 70 milioni di euro, per tornare alla produttività originaria, ormai più che dimezzata. Con conseguente riduzione del reddito, per un settore che impiega circa tremila persone. La rabbia derivante dal non potere sfruttare perlomeno altri mille ettari di lagune, essendo, anche in questo caso, non conclusa un’altra procedura per la dichiarazione della demanialità. Un patrimonio non utilizzato che potrebbe garantire, invece, centinaia di nuovi posti di lavoro.

E, infine, il senso di frustrazione figlio della sensazione di essere gli unici, o tra i pochi, a livello Ue, sottoposti a regolamenti e restrizioni sempre crescenti, con una diminuzione costante delle giornate di lavoro e una crescente difficoltà a tenere in piedi tanto le imprese quanto il bilancio familiare.

“Sono venuta per ascoltare le vostre esigenze e le vostre istanze – ha detto Ghidoni, recependo gli appelli e le richieste di tutti i presenti – E’ senza dubbio corretto dire che l’Italia deve contare di più a livello europeo. La nostra sfida è proprio quella di portare la voce dei territori e l’importanza delle loro specificità all’interno di una organizzazione, come l’Ue, che tende invece ad applicare i medesimi criteri e parametri a realtà del tutto differenti tra loro. Come se si volesse che tutti pensassimo, mangiassimo e vivessimo alla stessa maniera. E’ fondamentale fare squadra, per riuscire nel nostro intento”.

In questo senso, Faccioli ha proposto l’istituzione di un tavolo che riunisca i territori interessati dai Delta dei grandi fiumi europei, dall’Ebro al Danubio e che, quindi, possono vivere situazioni simili e fare massa critica. Un progetto per il quale Ghidoni ha assicurato interesse e impegno.

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