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LA STORIA

Il papà ritrovato dopo 20 anni: “Fu un dolore immenso lasciarlo”

Valerio ancora scosso: “In ogni bambino vedevo il mio lontano”

"Ho ritrovato il mio papà, dopo 20 anni"

L’ultra50enne di Rovigo precisa: “Quando sono dovuto andar via mi è caduto il mondo addosso, in ogni bimbo vedevo mio figlio”

Si era affidato ai social network per lanciare un appello: “Cerco mio papà da 15 anni, vive a Rovigo, aiutatemi a ritrovarlo”. Gionatan Ghedini, che oggi ha 24 anni e vive da solo a Rudestheim, in Germania, il suo papà Valerio lo ha ritrovato subito, grazie al tam tam e all’appello lanciato anche dalle colonne di questo giornale.

E questa è una buona notizia. Non è stato difficile, anche perché Valerio Ghedini, ultra 50enne, non ha mai smesso di pensare al suo bambino, da cui è stato costretto ad allontanarsi, quando aveva 4 anni, ritornando in Italia dalla Germania, per incompatibilità caratteriale con la madre di Gionatan.

“Ritrovarlo è stata una grande gioia, ci siamo parlati con varie videochiamate, doveva venire a trovarmi, ma non è ancora riuscito, purtroppo non è ancora successo. Gli ho anche inviato del denaro perché volevo aiutarlo a comprarsi un’auto”.

Ricostruire un rapporto con il figlio ritrovato - una relazione che soffre di un vuoto lungo 20 anni - non è semplice e Valerio torna spesso con la memoria al momento in cui è stato costretto ad allontanarsi da Gionatan. “Io sognavo di avere una famiglia, avrei dato tutto per mio figlio, ma non è stato possibile accettare quella situazione, quindi, sono stato costretto ad andare via dalla Germania e tornare in Italia”, spiega Ghedini visibilmente scosso e commosso.

L’uomo, tuttavia, ci tiene a fare chiarezza su un passato che, per lui, è ancora una ferita aperta. “Quando è successo mi è caduto il mondo addosso, qualsiasi bambino incontrassi per strada vedevo mio figlio. Era il mio sogno spezzato, ho dovuto prendere questa decisione”. Appena rientrato in Italia dalla Germania, ha deciso di sottoporsi a psicoterapia per superare il dolore della perdita del figlio. E aggiunge, per amore di verità: “Non sono mai venuto meno ai miei obblighi di mantenimento dall’Italia alla Germania, continuavo a mandare gli alimenti compatibilmente con le mie possibilità. Ancora oggi gli ho dato la mia disponibilità ad accoglierlo, a trovargli un lavoro in Italia”. Non solo: “Mandavo telegrammi a ogni compleanno e lettere a Gionatan. Mio figlio, solo ora, mi ha detto che, purtroppo, non ha mai potuto leggerli”.

Il signor Ghedini rimane a disposizione del figlio e della sua volontà di venire in Italia, afferma con emozione: “Per vederci, abbracciarci e , finalmente, parlarci”.

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