VOCE
LA TRADIZIONE
16.02.2023 - 05:00
Torna l’appuntamento con la “Zena dei ossi”. L’iniziativa promossa dalla Coldiretti arriva alla 27esima edizione e torna domani, dopo gli anni di stop imposti dalla pandemia, all’agriturismo “Le Clementine” di Badia Polesine.
La “Zena dei ossi” è uno dei momenti legati alla storia gastronomica polesana che permette di non perdere i legami con il passato e allo stesso tempo di assaporare le ricette della buona cucina legate a occasioni speciali. Il rito, che tornerà venerdì 17 febbraio, è nato da un’idea di Luciana Vallese e Giuseppe Tomaini, i titolari dell’agriturismo “Le Clementine” di Badia Polesine e organizzata con la collaborazione dall’associazione polesana Coldiretti Rovigo.
La serata da decenni, e per la 27esima volta in questo 2023, mette attorno allo stesso tavolo, come di consueto, personalità istituzionali, della politica, dell’economia e dell’informazione, favorendo lo scambio di opinioni in un’atmosfera informale. Questa edizione assume ancora più significato perché è la prima dopo l’intervallo forzato della pandemia e va in qualche modo a festeggiare i trent’anni d’attività di ristorazione: “Le Clementine” vanta infatti il titolo di agriturismo più longevo del Polesine, con la sua apertura nel 1992.
Durante la cena saranno consumati piatti contenenti ingredienti rigorosamente provenienti dall’azienda agricola; la cuoca Luciana e il marito Giuseppe, durante la serata, racconteranno gli aneddoti sui piatti proposti senza svelare i segreti che rimarranno chiusi tra le mura della cucina, soprattutto per i nuovi arrivati. Sono attesi il prefetto Clemente Di Nuzzo, il vescovo Pierantonio Pavanello, il presidente della Provincia Enrico Ferrarese, carabinieri e guardia di finanza, il questore, politici a vari livelli e le immancabili rappresentanze di Coldiretti. Saranno inoltre presenti anche i rappresentanti delle testate giornalistiche locali.
Al centro del menù della serata ossi, zampetti e bolliti, ma anche la bondiola, salumi fatti in casa e molto altro, una serie di ricette della cucina popolare che resistono al tempo perché veicolo di ricordi, di storia contadina, ma che anche abbracciano la necessità contemporanea dello “spreco zero”.
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