VOCE
ROVIGO
18.02.2023 - 18:01
Profonda delusione e anche incredulità dal mondo dell'edilizia dopo lo stop da parte del Governo agli sconti i fattura e alla cessione del credito.
“Praticamente rimane solo la strada della detrazione d'imposta - spiega Paolo Ghiotti di Ance Veneto - Di fronte ad affermazioni del genere non ci possono essere che opinioni severe. L'altra sera il Consiglio dei ministri ha varato questa sentenza aggiungendo, tra l'altro, una frase che fa male, ovvero definendo la politica del 110% come scellerata. Di scellerato, invece, c'è solo questo stop nei confronti del 110”.
Secondo Ghiotti questa decisione non tiene presente delle conseguenze che ricadranno su tutto il settore. "Settore che ci ha creduto e non ne ha approfittato ma ha semplicemente cavalcato un’opportunità - specifica - Ci siamo adeguati alle norme, ci abbiamo creduto perché ci erano state fatte delle promesse, anche sui diritti dei crediti. Mentre ora arriva questo stop a piedi pari, incomprensibile”.
Una decisione che rischia di creare un danno inquantificabile a oltre 25mila imprese con 15 miliardi di crediti incagliati. “Con 130mila operatori a rischio disoccupazione - aggiunge - in una regione come il Veneto che è seconda in Italia per imprese edilizie. Cinquemila imprese con milioni bloccati nei cassetti fiscali, così semplicemente si uccide chi lavora, chi crea ricchezza e rappresenta un terzo del Pil nazionale. Con il lavoro fatto sino ad oggi il mondo dell’edilizia ha contrastato quei gravi problemi che erano presenti nel settore, facendo sparire il problema della cassa integrazione, e mettendo un freno al mondo del lavoro in nero”.
Fermare quindi questa macchina significa fermare non solo l’economia del paese, ma anche allontanarsi dalle richieste della Comunità Europea, perché il patrimonio edile italiano è composto da edifici troppi vecchi e ben lontani dagli obiettivi.
“Si ferma una riqualificazione di quello che è un patrimonio edilizio vetusto - spiega - perché il 74% degli edifici italiani è in classe F e G, che tradotto significa che consumano tantissimo. Ci fermano in un periodo di crisi energetica in cui, invece, è fondamentale riuscire a risparmiare e la Comunità Europea ci obbliga ad avere gli edifici almeno in classe E”.
Una decisione che delude e ferisce. “Questo fa male all'economia nazionale, perché quando riprende l'edilizia riprende tutto - prosegue - Ci fermano e lo fanno senza dare un’alternativa. C’era stato un incontro con l’assessore regionale al bilancio Francesco Calzavara, in cui era emersa una volontà di procedere con le acquisizioni dei crediti, mentre ora i vertici del ministero dell’economia affermano che parte dei crediti acquistabili dagli enti pubblici sarebbero considerati voci di indebitamento e a rischio di possibile incostituzionalità. Il Governo blocca le opportunità, sottovalutando la portata del problema e senza aver studiato alternative. Questo determinerà uno stop dei lavori, con gravissime conseguenze economiche e sociali”.
Una situazione drammatica per un settore che proviene già da diverse difficoltà proprio portate da una gestione del 110% che ha visto continui cambiamenti. “Abbiamo i cassetti fiscali pieni di carte, non possiamo acquisire lavorazioni, né per il 110 né per altro. È devastante. Questa politica non conosce gli ambiti in cui si muove e soprattutto non parla con chi deve portare questo fardello. Manca il senso della misura. Con queste in certezze come fa un imprenditore, che ha dovuto affrontare dei grandi investimenti per portare avanti questi progetti, a riuscire affrontare anche tutto questo?".
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