VOCE
IL CASO
21.02.2023 - 10:30
La Corte di Cassazione italiana ha confermato una condanna per maltrattamenti psicologici inflitti da un marito alla moglie, attraverso il controllo esasperato delle spese domestiche e la limitazione del suo stile di vita. La donna - secondo le contestazioni - era costretta ad acquistare solo prodotti a basso costo, a utilizzare una sola posata e un solo piatto per pasto, e a fare la doccia solo una volta alla settimana. Il marito controllava ogni esborso della moglie, che non poteva comprare prodotti di marca e veniva insultata come "sprecona". Alla donna è stato diagnosticato un disturbo post traumatico da stress.
La Corte ha stabilito che "la tirannia economica rappresenta una delle forme più subdole di controllo e di violenza, che mortifica chi la subisce giorno dopo giorno, diventando terreno fertile per altre forme di violenza". La sentenza del 2000 aveva già stigmatizzato "la pervicace, sistematica condotta del ricorrente, tesa a rendere la vita insopportabile al coniuge con l’umiliante (ed ingiustificata) vessazione di esasperata avarizia".
La condotta del marito nel caso specifico è stata giudicata dalla Corte come comportamenti accompagnati da modalità di controllo particolarmente afflittive, che prescindono dalle difficoltà economiche esistenti nel nucleo familiare, visto che entrambi i coniugi lavoravano. La sentenza sottolinea che "il rapporto matrimoniale impegna ciascun coniuge a un progetto di vita che riguarda anche le spese e il risparmio, ma questo non può diventare un obbligo, ed è indiscutibile che tale stile di vita debba essere condiviso e non imposto. La donna nel caso specifico era costretta a buttare via gli scontrini, a nascondere gli acquisti e a chiedere alle amiche di dire che le avevano regalato qualcosa che aveva acquistato".
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