VOCE
ROVIGO
22.02.2023 - 21:00
Il Comune chiede al commissario di rivedere il decreto di dicembre. Il prefetto convoca un vertice
L’accordo per il salvataggio di Iras è come il supplizio di Tantalo: appena appare a portata di mano di colpo si allontana e ridiventa irraggiungibile. Fino a due giorni fa l’accordo di programma fra Comune e Iras-Regione sembra tutto in discesa. Ora spuntano fuori nuovi ostacoli, pronti a stressare nuovamente il lavoro che da mesi si sta portando avanti per salvare la casa di riposo dal suo mare di debiti e dare un futuro all’immobile di Casa Serena.
Quasi superato quello che sembrava l’ultimo ostacolo, ossia il valore da dare alla parte di Casa Serena che sarà acquistata da Ater, ecco che emerge una nuova asperità. Questa volta rappresentata dalla cucina di Casa Serena, utilizzata per fornire pasti agli ospiti di Iras. La richiesta avanzata dal commissario Iras è di poter utilizzare questa cucina per ulteriori tre mesi. In questo modo Casa Serena seppur svuotata da anziani e inquilini a dal 31 marzo dovrebbe continuare ad ospitare il funzionamento della cucina almeno fino a giugno. Iras infatti ha rinnovato fino alla fine di giugno il contratto con la ditta che utilizza i fornelli dello stabile in Commenda.
La richiesta è stata accolta con un certo fastidio dal Comune, non tanto perché sia irrealizzabile, nessuno arriva a dire che una simile opzione possa essere in grado di far saltare l’impianto dell’accordo. Quanto perché il funzionamento delle cucine contrasterebbe con quanto sostenuto fino a poco fa da Iras e Regione, e cioè la totale dismissione di Casa Serena entro la fine di marzo. Con le cucine in attività, infatti potrebbe subire un rallentamento il piano di recupero dello stabile, che tra le altre cose, si basa anche su oltre due milioni di fondi Pnrr che per legge devono essere utilizzati in tempi brevi.
Ma non è tutto, perché ad increspare acque che sembravano essere tornate calme è anche la lettera spedita ieri dal Comune di Rovigo agli enti interessati all’accordo di programma (Regione, Iras, Ater). Una comunicazione in cui il sindaco Gaffeo chiede alla commissario regionale di Iras, Tiziana Stella di ritirare il decreto firmato il 27 dicembre 2022. Si tratta del decreto con cui il commissario rimetteva la soluzione del caso Iras alla Regione Veneto e che conteneva diversi punti programmatici, fra cui la spiegazione di un riconoscimento da parte del Comune di un “debito” verso Iras. Sarebbe questo uno dei punti contestati da sindaco e dirigenti di palazzo Nodari.
Insomma dopo i bagliori di una riappacificazione sono riemersi i segnali di un raffreddamento dei rapporti sull’asse Rovigo-Venezia, di puntualizzazioni formali, dispettucci, comunicazioni dell’ultimo momento. Ed è per questo che ieri il prefetto Di Nuzzo ha convocato per oggi le parti. Con poche ma chiare precisazioni per spiegare che il prefetto: “in relazione all’emergere di ulteriori problematiche ostative al perfezionamento dell’accordo di programma per il salvataggio di Iras, anche con riferimento ad un possibile contenzioso tra il Comune di Rovigo e il predetto istituto riguardo al decreto del commissario straordinario del 27 dicembre 2022, ha indetto un nuovo incontro finalizzato all’individuazione di ogni fattiva soluzione volta ad evitare la liquidazione di Iras”.
Oggi alle 16, quindi, ancora parti in prefettura (c’erano state anche martedì pomeriggio, ma non Iras) per cercare di smussare questi nuovi, e appuntiti, angoli.
Da Iras, fra le altre cose, si fa sapere che la richiesta di utilizzare le cucine di Casa serena è finalizzata alla gara per la ricerca di un nuovo fornitore (dall’1 luglio 2023), ma che in alternativa ci si potrebbe anche servire di un servizio scollegato dai fornelli del quartiere Commenda.
Il sospetto, quindi, è che i tempi che una settimana fa erano stati calendarizzati per la firma dell’accordo di programma (entro la prima decade di marzo), possano ulteriormente slittare. Come anche la data di un consiglio comunale per dare mandato al sindaco di sottoscrivere l’intesa. Intanto oggi le parti proveranno a riprendere il filo dell’accordo.
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