VOCE
ROVIGO
27.02.2023 - 18:16
"Le trattative per la salvezza dell'Iras sembrano essere arrivate ad un punto di rottura, ma per motivi politici prima che tecnici". Lo dice Cristiano Maria Pavarin, Segretario generale del sindacato Uil Fpl Rovigo.
"Perché formalmente - spiega - ancora nulla impedisce di andare avanti secondo la linea già tracciata e di arrivare alla firma dell'accordo di programma e di mettere a frutto gli sforzi evidenti che sono stati fatti dalla Regione, in particolare, negli ultimi mesi dal commissario regionale Tiziana Stella, per evitare il tracollo di Iras".
"È bene essere chiari. Da una parte c'è la salvezza dell'Iras, la più grande casa di riposo pubblica del Polesine, con una storia secolare e prospettive importanti che si potrebbero aprire in caso di messa in sicurezza dei conti, anche in ottica di coordinamento provinciale fra strutture pubbliche, secondo il piano del quale si discute da tempo. Questo vorrebbe dire la messa in sicurezza dei circa 200 lavoratori, garantendo loro quella sicurezza mancata in questi anni".
"Analogamente per gli ospiti ed i loro familiari, che in questi ultimi mesi hanno a loro volta vissuto le ultime vicende con non poca apprensione. Ma questo vorrebbe dire, inoltre, grazie all'accordo di programma faticosamente messo a punto, anche creare un nuovo polo sanitario e della formazione a Casa Serena, portandolo verso una dimensione di “Casa dello studente” che potrebbe essere un vanto per una città che troppo spesso si è trovata marginalizzata".
"Dall'altra parte, nel caso le trattative vengano interrotte, resterebbero solo macerie. Una liquidazione che aprirebbe scenari pericolosi anche per quanto riguarda le garanzie di soddisfazione dei debitori. Senza contare i contraccolpi dal punto di vista occupazionale e la perdita dei servizi. Oltre a creare a Rovigo un enorme vuoto urbano, con tutte le problematiche connesse".
"Senza entrare nel merito delle posizioni assunte nelle ultime settimane da parte di Comune e Regione, quello che appare chiaro è che mai come in questo momento la “palla” è in mano proprio alla Regione. Che può decidere, come gli imperatori romani in un'arena, se volgere in alto o in basso il proprio pollice. Condannando o salvando Rovigo. Per questo ci appelliamo direttamente al presidente Luca Zaia".
"Ancora non è passato un anno da quando, in occasione del suo passaggio a Rovigo, per la presentazione del suo libro, ci aveva rassicurato dicendo che la prospettiva della liquidazione non era nemmeno da immaginare. Ora ha in mano la possibilità di scongiurare davvero, con un ultimo decisivo sforzo, questa ipotesi che, invece, sembra prepotentemente tornata a farsi strada. Salvi l'Iras, i suoi lavoratori, i suoi servizi. E non condanni Rovigo".
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