VOCE
ROVIGO
02.03.2023 - 05:00
L’urbanistica del Comune di Rovigo è tornata nell’occhio del ciclone dopo l’interrogazione presentata in consiglio comunale da Graziano Azzalin.
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Eccesso di burocrazia ma anche un problema di deleghe e di dialogo, le possibili motivazioni per i continui ritardi nel settore urbanistica. “Penso che questo malessere sia percepito a tutti i livelli e non nasce ieri ma già da qualche anno - spiega Paolo Ghiotti di Ance Veneto - con progettisti che, spesso, non riescono a sbloccare le proprie pratiche e sono costretti a chiedere supporto. Non è raro, infatti, che chi deve avviare progetti a Rovigo decida di non proseguire, perché a livello burocratico c'è troppo caos”.
Una situazione caotica che porta le imprese, che potrebbero investire nel territorio a desistere perdendo così importanti opportunità. “Le aziende, i progettisti si scontrano con concessioni tardive, non solo per colpa dell’amministrazione - specifica - ma a causa di una burocrazia a volte troppo complessa con moltissimi passaggi tecnici. Questo comporta che quell'investimento che si pensava di portare avanti in breve tempo a volte non parte, e dall'altra parte, magari, c'è chi riesce ad avere la pratica gestita prima della tua e ti mette fuori gioco”. Una situazione che, tende a precisare Ghiotti, non interessa solo i tecnici delle aziende ma anche gli stessi privati, in eterna attesa dei permessi per costruire.
“Un malessere che si trasforma in disservizio - prosegue - Eppure se le pubbliche amministrazioni rilasciano concessioni hanno introiti che portano opportunità d'investimento sul territorio, che possono a loro volta essere utilizzati per migliorie che vanno a vantaggio dei residenti e dei possibili cittadini che nel territorio desiderano trasferirsi. Questo continuo rallentamento indirettamente crea meno ricchezza per i Comuni, rancori in quella parte di imprenditori che si trova in difficoltà e infine problemi anche per gli utenti. Un'economia che invece di allargarsi si restringe”.
A pesare, forse, anche un mancato ricambio generazionale all'interno degli uffici. “È vero che c'è stato un aumentato della mole di lavoro, dopo la crisi del settore del 2019 e con l'arrivo del bonus del 110 - afferma - ma questo si è scontrato con personale che, dopo molti anni di servizio è andato in pensione e una conseguente difficoltà a sostituirlo con persone performate. Forse da parte delle amministrazioni c'è stata poca lungimiranza verso un futuro che cambiava e per cui si è fatto fatica a stare al passo con i tempi”.
Secondo Ghiotti la crisi, però, nasce prima. Da un'incapacità di saper leggere il futuro. “A mio parere il tecnico attualmente presente è estremamente preparato e puntuale, ma a volte troppa attenzione nel redigere una pratica ti fa finire fuori tempo - dice - Il problema delle tempistiche c'è ed è necessario risolverlo trovando le giuste strategie per farlo”. Per farlo però serve ragionare in maniera diversa, creando un dialogo ed un confronto continuo.
“Non è assolutamente mia intenzione dire che cosa si deve fare, ma a mio parere efficienza equivale ad efficacia - conclude - Avere un geometra che lavora tante ore ma alla fine non porta a casa le carte firmate è dispersivo e dannoso. Questo si risolve, credo, delegando parte del lavoro a personale qualificato, interno ma anche esterno. Serve avere chiare le idee, è indispensabile la puntualità e che la progettazione che proviene da fuori sia fatta bene, per evitare di perdere tempo in correzioni. Fondamentale anche il dialogo, mettendo allo stesso tavolo le associazioni di categoria, che possono dare un aiuto importante. Lavorare per camere chiuse non porta a niente, confrontiamoci e spieghiamo quali sono i problemi e accettiamo le potenziali soluzioni. Mettiamo insieme le virtù, i punti di forza di ognuno, per risolvere velocemente i problemi, una volontà di parlare che va nell'interesse di tutti e permette di accelerare la burocrazia legata alle carte da presentare. Infine serve un'opposizione costruttiva perché eventuali posizioni, contrarie a prescindere, alla fine creano solo irrigidimento”.
Nella sua interrogazione Azzalin aveva sottolineato le lentezze dei tempi di risposta per pratiche richieste da imprese e privati, e alcuni disservizi, come, ad esempio, mancate risposte a richieste telefoniche. Pare che il settore urbanistica del Comune sia oberato di richieste di digitalizzazione, si parla di oltre 100mila pratiche da informatizzare, cosa che di per sè, richiede tempi lunghissimi e personale costantemente dedicato. E tutto il resto rischia di segnare il passo.
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