VOCE
ADRIA
06.03.2023 - 15:00
Ha lasciato il segno la manifestazione in piazzetta San Nicola per esprimere dolore, rabbia e solidarietà per le vittime dell’ennesima tragedia del mare, avvenuta davanti alla coste calabresi. La manifestazione è stata organizzata dall’Anpi e altre associazioni, con il patrocinio della Città di Adria.
Particolarmente toccante e significativo l’intervento di Cesare Tumiatti in rappresentanza dell’Azione cattolica della Cattedrale. “Esprimiamo forte dolore e cordoglio – ha affermato - per l’ennesima tragedia del mare che ha visto coinvolti un centinaio di migranti, tra i quali molti bambini, davanti le coste crotonesi. Non può e non deve lasciarsi indifferente”.
Allora ha ricordato che “in questi giorni il Parlamento ha approvato definitivamente il decreto legge 553 sulla cosiddetta gestione dei flussi migratori. Restiamo perplessi da un impianto legislativo basato esclusivamente sulla ‘burocrazia’ dei numeri e il tetto massimo dei flussi migratori, come se i migranti che sbarcano disperati sulle nostre coste non avessero vite e volti, capaci anche di produrre ricchezza per questo nostro Paese e diventare volano positivo per la natalità, che produce numeri allarmanti”.
E riportando le parole del cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, Tumiati ha affermato con forza che “le vittime dei giorni scorsi le sentiamo tutte nostre e ogni volta ci domandiamo perché arriviamo dopo una tragedia, perché non riusciamo a salvarli? Chiediamo a governo, parlamento e istituzioni comunitarie, ascoltando anche il grido che proviene dalla società civile e dal mondo cattolico, una nuova operazione ‘Mare nostrum” che sia una risposta strutturale, condivisa e solidale tra le istituzioni e i Paesi. Chiediamo l’apertura stabile e proporzionata di vie d’ingresso legali come visti per lavoro e nuovi criteri che amplino i ricongiungimenti familiari”.
L’esponente dell’Azione cattolica ha concluso sottolineando che “le migrazioni non si possono fermare: non si può fermare il cammino per la libertà, di chi fugge dalla violenza, dalle guerre e dall’oppressione. Ma si devono gestire. Intervenendo attraverso l’accoglienza e la tutela dei diritti umani, costruendo un futuro di integrazione dove diritti e doveri siano ben chiari per tutti: chi accoglie e chi viene accolto”.
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