VOCE
ADRIA
07.03.2023 - 11:00
L’amministrazione comunale ha deciso di intitolare uno spazio pubblico a Tina Anselmi, figura storica della Democrazia cristiana e prima donna ministro nella storia repubblicana. La cerimonia di svolgerà domenica prossima alle 10,30 in corso Garibaldi.
Tina Anselmi, nata a Castelfranco Veneto il 25 marzo 1927 e qui deceduta il 1^ novembre 2016, ha dedicato tutta la vita alla democrazia e ai destini delle donne: prima nella scuola, laureata in lettere ha insegnato nelle elementari, poi nel sindacato e nel movimento femminile della Dc. E ancora in Parlamento come deputata per sei legislature, poi ministra della sanità e ministra del lavoro. Si deve a lei la legge sulle pari opportunità.
A 17 anni entra nella Resistenza come staffetta della Brigata autonoma “Cesare Battisti”, poi fa parte del comando regionale del Corpo volontari della libertà. Si laurea in lettere all’Università Cattolica di Milano e insegna nella scuola elementare. Dal 1945 al 1948 è dirigente del sindacato tessili e dal 1948 al 1955 del sindacato maestre. Dal 1958 al 1964 è incaricata nazionale delle giovani Dc e in tale veste partecipa ai congressi mondiali dei giovani di tutto il mondo. Nel congresso di Monaco del 1963 è eletta membro del Comitato direttivo dell’Unione europea femminile, di cui diventa successivamente vicepresidente. È eletta per la prima volta come deputata il 19 maggio 1968 e riconfermata fino al 1992, nel collegio di Venezia e Treviso. È sottosegretario al lavoro nel V governo Rumor e nel IV e V governo Moro.
Nel 1976 viene nominata Ministra del lavoro nel governo Andreotti: è la prima donna, in Italia, a entrare nel governo. Nel 1978 è nominata Ministro della sanità e nel 1981 è presidente della Commissione di inchiesta sulla loggia massonica P2, che termina i lavori nel 1985. Successivamente è nominata presidente della commissione nazionale per le pari opportunità. Presiede il Comitato italiano per la Fao. Fa parte della Commissione di inchiesta sull’operato dei soldati italiani in Somalia. Ha presieduto la Commissione nazionale sulle conseguenze delle leggi razziali per la comunità ebraica italiana. La commissione termina i propri lavori nell’aprile 2001.
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