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villanova del ghebbo

Crematorio, la polemica prosegue

A prendere posizione è Floriano Oselin, titolare di una azienda agricola confinante con l’impianto

Crematorio, la polemica prosegue

Non si placa la polemica relativa alla possibile realizzazione di un forno crematorio. A distanza di tempo, non sembra trovare una soluzione la polemica nata in paese, sulla questione dell’impianto crematorio che dovrebbe sorgere in zona Via Marco Biagi/Coderotte. A prendere posizione è Floriano Oselin titolare, assieme alla famiglia, di una azienda agricola confinante con l’impianto progettato.

“Ad oggi non si sa se verrà costruito o meno questo impianto – spiega - le autorizzazioni regionali sulla fattibilità tecnica dell’impianto sono in possesso del nostro Comune. Da parte dell’amministrazione comunale non c’è stato nessun incontro con la cittadinanza dopo l’individuazione dell’area attuale. Giusto sarebbe che il paese venisse portato a conoscenza che questo impianto sorgerà nell’arco di 500 metri dal campo sportivo dove si allenano e respirano a pieni polmoni atleti di ogni età. Si precisa che il forno crematorio è classificato tra le industrie insalubri di prima classe".

"L’area scelta si trova in una zona puramente agricola, coltivata a frutteti, cereali e apicoltura – continua l’imprenditore agricolo - Per poter costruire questo impianto è stata chiesta, da parte di un imprenditore agricolo proprietario del fondo ma non residente in Villanova del Ghebbo, la variazione di un area di 7.7720 mt , trasformazione che ha portato ad un vincolo di inedificabilità per le aziende confinanti . L’impianto crematorio gestirà la cremazione di feretri comprendenti salme, resti mortali/ossei in casse di zinco per circa 4000 unità annue e sorgeranno annessi all’impianto due cimiteri; a Villanova del Ghebbo di cimiteri ce ne sono già due, uno in paese e uno nella frazione di Bornio".

"E’ chiaramente dimostrabile che il nuovo impianto si trova a 22,2 km. Dall’impianto di Copparo , 23,8 km. Dall’impianto di Ferrara e a 41,9 km. Da quello di Padova, dunque il nuovo impianto verrebbe a collocarsi in un contesto già ad alta concentrazione di crematori facilmente raggiungibili. Il bacino di riferimento, come citato nella deliberazione del consiglio Regionale n.32, indispensabile a garantire le esigenze di efficienza e sostenibilità economica, è fissato in 450mila/500mila abitanti – prosegue Oselin - in tal caso si rileva che l’intera provincia di Rovigo ha una popolazione di 227.773 abitanti".

"Il tema ambiente è al continuo interesse dei media e dei politici locali e qua al contrario andiamo a costruire un inceneritore in una zona puramente agricola di circa 80 ettari danneggiando il territorio stesso – conclude - chi comprerà la frutta e la verdura del crematorio? Come faremo a saper che i prodotti , quotidianamente raccolti, non sono contaminati dalle polveri che escono da questo impianto? Dobbiamo fare le analisi ogni giorno? Quanto ci verrà a costare tutto questo? Questo progetto porterà danni economici per tutto il paese, saranno svalutati immobili e produzioni locali. Restiamo in attesa di risposte soprattutto dalla nostra amministrazione comunale”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    10 Marzo 2023 - 08:09

    secondo alcuni,dopo il parere favorevole di enti come:comune,provincia,regione,VVFF.Asl tanto per citarrne qualcuno,ci sara' un qualsivoglia un inquinamento????

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