VOCE
IL GRANDE CONCERTO
10.03.2023 - 22:00
Dopo tre ore di canzoni e parole il pubblico del Sociale era tutto in piedi a cantare le hit che hanno fatto la storia di Claudio Baglioni. Un concerto fiume di 3 ore e 40 minuti quello di giovedì sera che ha visto Baglioni riempire di musica e magia il Teatro Sociale nella seconda tappa polesana del suo tour (già 153 concerti) 12 Note solo bis.
Uno spettacolo che ha unito le storiche canzoni del cantautore romano a frequenti monologhi, aneddoti, riflessioni varie. Un vero assolo, sul palco tre pianoforti, che Baglioni suonava di volta in volta interpretando i suoi brani, e dietro di lui fari e riflettori capaci di coreografie luminose e suggestioni.
Un Sociale sold out pieno di fan della prima e della seconda ora, tre generazioni a ripercorrere oltre 50 anni di musica leggera. Baglioni è partito con le canzoni meno conosciute dal grande pubblico, ma ben note ai suoi fans. Tutte eseguite col solo accompagnamento del pianoforte, un live acustico risaltato da sonorità limpide e potenti e da una voce capace di farsi profonda e suadente e di arrampicarsi fino ai timbri più acuti.
Le oltre tre ore di musica sono iniziate con “Io sono qui”, poi una sequenza di brani, alcuni storici “Io dal mare”, “Io me ne andrei”, altri più recenti, sempre saltando da una postazione all’altra, e sempre alternati a monologhi più tipici di uno spettacolo teatrale che di un concerto. Una “verbosità” un po’ troppo insistita a volte anche spigolosa, come quando ha fatto capire di non gradire il pianto di un bimbo in sala. Baglioni ammette di essere “dipendente dalla musica, non canto da un giorno”. Dimentica di essere già stato a Rovigo oltre 20 anni anni fa, ma riconosce che il Teatro Sociale è un “gioiellino”.
Tanti aneddoti e riflessioni e quella sua piccola crociata, portata avanti con ironia ma acuminato puntiglio contro le foto, soprattutto col flash, e i video dei tanti telefonini accesi, ma, come cantava Lucio Battisti (scusate l’invasione di campo) “come può uno scoglio arginare il mare”. Baglioni canta col pubblico, lo invita a ripetere ritornelli e fraseggi, sembra entrare in confidenza con gli oltre 600 spettatori di platea e palchi. Ma è dalla mezzanotte in poi (dopo tre ore dalla prima canzone) che il teatro si fa stadio: il cantautore intona “Poster”, “Mille giorni di te e di me”, “Questo piccolo grande amore” ed con questi pezzi di storia musicale che il popolo di Claudio canta a squarciagola. Poi “Avrai”, “Sabato pomeriggio”, “E tu”, “Tu come stai”. La luce in sala si accende in un crescendo con la raffica di successi fino a “Strada facendo” e “La vita è adesso”. Per finire con il saluto a Rovigo: “Dite a tutti, io c’ero”.
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