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emergenza stagionali

"Servono più stranieri e un portale nazionale"

La ricetta di Federalberghi per superare le difficoltà

"Servono più stranieri e un portale nazionale"

I lavoratori stagionali stanno davvero diventando ‘merce rara’. Già l’anno scorso se ne era avvertita la carenza, soprattutto nelle attività di ricezione e ristorazione e nel turismo. Quest’anno la situazione potrebbe essere peggiore. Federalbeghi Veneto sta facendo il punto dal suo osservatorio, con il presidente Massimiliano Schiavon e il direttore Marco Gottardo. Solo per quanto riguarda gli alberghi, in Veneto sono 60mila i lavoratori impiegati, dei quali il 55% stagionali.

E tra gli stagionali manca tra il 25 e 30% all’appello. “Ci confrontiamo con questi dati - hanno spiegato qualche giorno fa - che comportano non poche difficoltà per il settore. Per questo stiamo lavorando fianco a fianco a Veneto Lavoro, abbiamo fatto promozione e lanciato appelli in occasione delle fiere internazionali sul turismo. Ci auguriamo, inoltre, che un nuovo decreto possa riaprire i flussi degli stranieri perché da qui ai prossimi anni è certo che complessivamente nel mondo del lavoro, non solo nel turismo, verranno a mancare almeno 150 mila addetti”.

Marco Michielli, presidente di Confturismo Veneto, ha una sua idea ben precisa in merito alle vie d’uscita possibili.

“Per prima cosa dobbiamo professionalizzare le scuole alberghiere, che non possono più essere solo degli istituti scolastici in cui sono parcheggiati studenti che cercano in realtà una strada più facile per accedere poi alle università. Non vanno al liceo o ragioneria, scelgono la scuola alberghiera perché considerata più semplice. E questi, davvero tanti, non vanno poi a fare i cuochi o i camerieri negli alberghi. Il sistema scuola deve cambiare, ragionando più in generale, anche perché non tutti i giovani possono diventare manager e colletti bianchi. Negli Usa anche i grandi manager, prima di diventare tali, hanno fatto lavori umili”.

“I flussi degli stranieri vanno riaperti - aggiunge - perché ne avremo assoluto bisogno. Penso ai lavoratori stagionali indiani o pachistani, che in Inghilterra sono molto richiesti perché seri e preparati, oltre che professionali. Noi dovremmo puntare soprattutto su Brasile, Argentina, i Paesi del Sud America in cui i giovani sono maggiormente predisposti ad apprendere la lingua italiana. Certo, dobbiamo poi fare in modo che salgano a bordo di un aereo e che arrivino qui”.

“Infine - conclude Michielli - non possiamo affidarci a Facebook per cercare lavoro. I giovani vanno sui social per cercare un posto, anche stagionale. Il governo deve coordinare un portale unico, una sorta di grande ufficio nazionale che già selezioni le domande di lavoro regione per regione e in base alle preferenze dei futuri lavoratori stagionali a muoversi da casa. Gli imprenditori potranno poi cercare tra chi è disposto a spostarsi e chi no, perché siamo al paradosso che tanti nel sud Italia verrebbero a lavorare al Nord, ma manca un incrocio efficace tra richiesta e domanda di lavoro”.

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Commenti all'articolo

  • frank1

    11 Marzo 2023 - 08:09

    e se invece,dicessimo che serv l'abbattimento del reddito da poltrona?? sarebbe meglio per tutti.

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