“Vi racconto il fenomeno Mou”

La storia di un leader. Di un vincente nato, che eccelle non soltanto là dove te lo aspetti (cioè sulla panchina di una squadra di calcio) ma che mira alla perfezione in ogni ambito. “Sì perché Mourinho sa tutto: di ogni cosa di cui gli si possa parlare conosce già ogni minimo dettaglio. Ha doti non comuni, per lui il tempo passa in modo diverso”.

A raccontarlo è Ivan Zazzaroni, giornalista sportivo, direttore del Corriere dello Sport, che con lo “Special One” ha instaurato un rapporto davvero speciale da quando quest’ultimo è sbarcato a Roma. Un arrivo pure quello studiato nei minimi dettagli. E che Zazzaroni racconterà, assieme ad altri mille aneddoti, storie e curiosità, nel doppio incontro polesano in programma per domani, con la presentazione del suo libro “Diventare Mourinho” (Sperling & Kupfer 2022) in programma prima a Porto Tolle, alle 17.30, in sala della musica dove verrà intervistato dal nostro Lorenzo Zoli, e poi a Canda, alle 21, nella sala della comunità Don Ravara in piazza Dante Alighieri, a tu per tu con il direttore della “Voce” Pier Francesco Bellini, che ieri lo ha intervistato in anteprima sulle onde di Delta Radio.

Zazzaroni, ma chi può “Diventare Mourinho”?

“Nessuno. Di Mourinho ce n’è uno. La sua storia è complicata ed irripetibile, perché è evidente che parliamo di un personaggio che ha delle doti non comuni, non solo calcistiche. Uno così può essere leader in qualsiasi settore della vita. E’ un uomo molto empatico, ma anche divisivo: ha tutte le carte in regola, insomma, per essere un personaggio centrale in tutte le storie”.

E poi è innegabilmente un grande comunicatore…

“Sì, e questa sua dote ha forse messo in secondo piano la parte tecnico-tattica del suo essere un allenatore. Ma uno che vince 26 titoli nel calcio non può essere ‘solo’ un grande comunicatore. Anche io sono un comunicatore, ma non ho vinto neanche un torneo di burraco…”.

Insomma, Mourinho è unico.

“Ha una formazione culturale peculiare. Nasce interprete, è laureato in scienze motorie, ha una visione a 360 gradi. E’ un uomo rapido e veloce nell’apprendere e si interessa di tutto ciò che gli sta attorno, non soltanto a livello calcistico”.

Del resto, di lui Moratti diceva: ‘Parla col medico dell’Inter e gli dà consigli medici”…

“E’ proprio un episodio che cito durante la presentazione dei miei libri. Come dicevo: sa tutto, di ogni argomento, fin nei particolari”.

Quando ha firmato con la Roma mi sono detto: in una città che ama visceralmente il calcio, o salta tutto o scoppia un amore senza fine. Cos’è successo?

“La seconda. In un anno ha portato un milione di persone allo stadio. Domenica, all’Olimpico contro il Sassuolo, ci sarà il 27esimo sold out della sua gestione. Roma stava aspettando il suo ‘Messia’ laico, ed è arrivato questo portoghese camminando sulle acque. Ha grande autorevolezza e un’enorme empatia con l’ambiente. La stessa che aveva a Milano: 13 anni dopo, gli interisti lo amano ancora. Insomma, parafrasando Andreotti: Mourinho logora chi non ce l’ha”.

Torniamo all’arrivo di Mourinho a Roma: una scena incredibile…

“In Vespa, come in ‘Vacanze romane’. Tutto studiato. A Milano si presentò da milanese, col famoso ‘Non sono mica un pirla’; qui sulla Vespa come Audrey Hepburn. Una scena che è diventata subito un murales, ed è incredibile come lui riesca ad entrare dritto nel cuore, e in sintonia, con una città e una tifoseria. Ma attenzione: queste per lui non sono vacanze. E’ qui per lavorare e lo fa con grandissima intensità e passione”.

Un’altra cosa che ha colpito tantissimo è vedere Mourinho col suo staff andare a vedere le partite della Primavera e mangiare la pizza in tribuna. Nessun altro allenatore di Serie A fa una cosa del genere.

“E non solo: ogni tanto dà pure qualche consiglio. Ma fa parte del suo carattere: essere sempre presente, sempre dentro alle cose. L’altro giorno aveva 38 e mezzo di febbre, ma è andato lo stesso a vedere la Primavera ed è riuscito anche a criticare l’arbitro. Ogni cosa che fa ha un enorme ritorno mediatico”.

Un vero capolavoro comunicativo è stato dieci giorni fa quando la Roma ha perso con la Cremonese, ultima in classifica e ancora a secco di vittorie, ma non se ne è parlato per più di 10 minuti: tutti hanno parlato solo dell’espulsione di Mourinho.

“José paga questo pregiudizio di essere un ‘mangia-arbitri’, ma per quanto accaduto con il quarto uomo Serra ci è rimasto davvero male. Stava chiedendo conto di un calcio di punizione quando Serra si è girato e gli ha detto la famosa frase: ‘Ti prendono tutti per il culo, vai a casa’. E’ lì che lui risponde. Lo abbiamo visto chiaramente con la moviola al labiale. Quando rientra in spogliatoio lo va a cercare e gli dice ‘Ripeti quello che hai detto, altrimenti questa storia non finisce qui’; Serra gli dice di non aver detto niente e a quel punto non diciamo nemmeno cosa non è uscito dalla bocca di Mourinho: sarà per questo che lo squalificheranno”.

Insomma, un libro tutto da leggere per parlare di calcio ma anche per divertirsi. Ti aspettiamo in Polesine.

“Ci vengo volentieri perché non ci sono mai stato. Verrò con mio figlio e mio nipote: mi farà piacere essere a Canda e a Porto Tolle. Non vedo l’ora di essere nel Delta del Po, speriamo sia una bella giornata”.