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IL CASO

Spiagge, bocciata la proroga: le concessioni andranno a gara

Il Consiglio di Stato ha bocciato la proroga del governo e ribadito la necessità di svolgere una procedura d'assegnazione concorrenziale.

Spiagge, bocciata la proroga

No alla proroga delle concessioni balneari: il rischio di una gara ora è più concreto che mai

Allarme balneari: le concessioni per le spiagge a gara già dal prossimo anno. Il Consiglio di Stato, infatti, ha bocciato il provvedimento inserito nel decreto Milleproroghe dal governo Meloni per rinviare tutto al 2025.

Ma il vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, alza la voce, e afferma che non è detta l’ultima parola. In particolare, Centinaio non si dice assolutamente sorpreso dal pronunciamento dei giudici, che già nel 2021 avevano affermato che qualsiasi proroga successiva alle concessioni balneari sarebbe stata considerata priva di efficacia. Tuttavia, Centinaio ha ribadito la necessità di rivendicare la norma introdotta con la conversione in legge del Milleproroghe e il diritto del parlamento a legiferare. Infine, ha invitato il governo ad accelerare sulla mappatura delle coste.

Il consiglio di Stato, infatti, l’altro giorno ha emesso una sentenza che ha rilevato l’incompatibilità tra la proroga automatica delle concessioni balneari e la direttiva europea 2006/123. La sentenza in questione ha accettato il ricorso presentato dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato contro il Comune di Manduria, che aveva prorogato le concessioni demaniali marittime per scopi turistico-ricreativi fino al 2033.

L’Autorità ha notificato al Comune la necessità di rispettare i principi di concorrenza assegnando le concessioni tramite gare pubbliche. Tuttavia, il Comune non ha ottemperato al parere dell’Autorità, che ha presentato un ricorso al Tar della Puglia. Il Tar ha dichiarato il ricorso inammissibile e lo ha respinto. Di conseguenza, l’Autorità ha presentato un appello al Consiglio di Stato, che ha ribadito la necessità di rispettare la direttiva europea e di assegnare le concessioni tramite gare pubbliche.

Il Consiglio di Stato ha anche sottolineato che, in caso di contrasto tra la normativa nazionale e quella europea, deve essere data priorità a quest’ultima, e tutte le autorità dello Stato membro, inclusi gli organi giurisdizionali e le pubbliche amministrazioni, devono disapplicare la norma interna a favore di quella sovranazionale. Questo principio si applica anche alle norme passate e alle ultime inserite dal governo Meloni nel Milleproroghe che hanno prorogato automaticamente le concessioni fino al 31 dicembre 2024.

In conclusione, la sentenza del Consiglio di Stato ha stabilito che la proroga automatica delle concessioni balneari non è compatibile con la direttiva europea, e le autorità italiane devono rispettare i principi di concorrenza assegnando le concessioni tramite gare pubbliche. La decisione ha un impatto significativo sul settore turistico-ricreativo in Italia, e richiederà una revisione delle normative nazionali per adeguarsi alla direttiva europea. E anche nel Delta del Po, a Rosolina, Porto Viro e Porto Tolle, gli operatori di settore sono preoccupati da questa sentenza che rischia di mettere tutto in discussione.

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