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ACCADEMIA DEI CONCORDI

Sul filo tra etica e medicina

Le riflessioni del presidente Boniolo

Sul filo tra etica e medicina

“Scelte mediche fra etica individuale ed etica collettiva” è stato il tema al centro dell’incontro di ieri in Accademia dei Concordi, in occasione dell’uscita del libro “Decidere, morire, essere nella medicina di oggi “(Mimesis, Milano 2023) di Giovanni Boniolo.

Coordinati dal professor Vincenzo Rebba (scienza delle finanze all’università di Padova), hanno discusso con Boniolo (presidente dell’Accademia e docente di filosofia della scienza e Medical Humanities, università di Ferrara) e vari relatori dell’Ulss: Carmen Barile (dirigente oncologia), Stefano Cuppini (direttore medicina interna), Marcello Mazzo (direttore dei servizi socio sanitari).

Boniolo propone, nel suo volume, un approccio filosofico a questioni sanitarie ed etiche del mondo medico: recenti, come vaccinazioni ed accompagnamento alla morte fino all’accanimento terapeutico, accanto ad altre annose, come il rapporto medico-paziente e la centralità di quest’ultimo, il diritto all’informazione consapevole, il ruolo dello stato in materia di salute pubblica fra prevenzione e bilancio di spesa; temi in “cui la medicina contemporanea apre a orizzonti etici e sociali di un dibattito internazionale che ancora manca in Italia”, come ha precisato lo stesso autore.

Secondo l’introduzione del coordinatore, infatti, il volume di Boniolo “si sviluppa attorno a quattro parole chiave: consulenza etica, paternalismo libertario e deliberativo, che medi tra l’interesse individuale e spesa pubblica, cure di supporto al fine vita e l’identità individuale anche per chi finisce in uno stato di demenza”. Barile ha rivendicato la “necessità di una consulenza etica che riconosca la centralità del paziente, poiché come azienda, stiamo ponendo l’accento su una medicina individualizzata concentrata sulla malattia a discapito del paziente”.

Per Cuppini “l’informazione è centrale nel rendere il paziente in grado di operare delle scelte”, mentre “non perdere la propria identità è molto importante anche in una fase avanzata della malattia degenerativa neurologica”. Nei confronti dei “medici sempre più orientati - ha concluso Mazzo - a prolungare la vita anche a discapito della sua qualità, il medico deve accompagnare l’ammalato in tutto il percorso: dalle cure ai palliativi di fine vita, fino al sostegno per i familiari nel dopo-morte e per questo è necessario rivedere la formazione dei medici verso un’idea diversa della medicina e la collaborazione”.

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