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Le indagini

Esplosione all'Ipsia, è stata una folle bravata

Secondo le prime ricostruzioni non ci sono dubbi: è stato un gesto volontario. Una vera follia.

Esplosione all'Ipsia, è stata una folle bravata

L'evacuazione dell'Ipsia, ieri mattina

Il video che pochi minuti dopo l’esplosione all’Ipsia di Rovigo già circolava tra gli studenti è impressionante: un muro di fumo bianco che esce da un’aula e invade il corridoio, gli studenti che evacuano lo stabile, colpi di tosse in sottofondo, concitazione.

E quel che è peggio, è che fin dai primi accertamenti ha preso piede l’ipotesi che l’esplosione sia stata provocata. Insomma: un gesto volontario da parte di uno o più ragazzi che hanno seriamente rischiato di mettere a rischio l’incolumità di tantissimi compagni di classe. Solo nei prossimi giorni si saprà con certezza come sia stata innescata l’esplosione. E al momento - seppure in maniera sempre più flebile - non si può ancora escludere neppure la casualità.

Ma tutto fa propendere per un atto vandalico pericolosissimo. O per una bravata andata a finire male. Con due feriti, danni e tanta paura. E in questo caso non si tratterebbe - come è accaduto per i pallini sparati contro la prof - di un gesto destinato ad arenarsi nei meandri della disciplina scolastica, ma di qualcosa a rischio di una denuncia penale.

Da subito sono balzate agli occhi alcune incongruenze. L’esplosione non si è verificata nei laboratori di chimica o in altri locali dove fossero in corso lavorazioni o dimostrazioni di qualche tipo con l’utilizzo di gas o di sostanze infiammabili, ma in un’aula in quel momento vuota. Questo non esclude che vi potessero essere materiali, come per esempio solventi e vernici, ma certo è parso subito strano come in un’aula vuota possa accadere una cosa del genere senza un... innesco.

Di dare una risposta a questi interrogativi - dalla sostanza utilizzata per fare scattare l’esplosione fino ad arrivare a chi è stato eventualmente l’autore del gesto - si stanno occupando i vigili del fuoco del Niat, il Nucleo investigativo antincendio territoriale, il cui compito è proprio quello di chiarire la dinamica di episodi di questo tipo. Intanto già poco dopo l’esplosione il sospetto che si trattasse di qualcosa di più grave di un semplice incidente ha cominciato a viaggiare sui social, proprio come se qualcuno sapesse bene quello che era avvenuto nei locali della scuola Ipsia di Rovigo, senza però dirlo chiaramente. E più di qualcuno già nella giornata di ieri ha avanzato l’ipotesi che alla base dell’esplosione di ieri mattina ci sia stato un atto vandalico, magari sfuggito al controllo, ma comunque gravissimo. Un’opinione che gli inquirenti hanno ben presto fatto propria. Dati alla mano.

E l’ipotesi del gesto volontario, di una bravata da parte di qualche ragazzo che magari aveva l’obiettivo di provocare una fiammata con una bomboletta di gas, o una detonazione con qualcosa di esplosivo è ben presto diventata preminente. Un gesto poi scappato di mano fino ad arrivare ad un’esplosione capace di provocare danni non irrilevanti e di ferire due ragazzi.

La dirigente dell’istituto scolastico ieri non ha voluto rilasciare dichiarazioni, limitandosi ad annunciare che oggi la scuola sarebbe stata regolarmente aperta, e le lezioni avrebbero seguito il loro corso, aggiungendo che gli studenti dell’Ipsia stavano bene.

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Commenti all'articolo

  • diduve

    24 Marzo 2023 - 22:15

    Una volta la scuola serviva ad educare.. oggi no.

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