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ROVIGO

Milani, il Gigante del Polesine

Mostra visitabile fino a giugno. Muraro: “Orgogliosi della crescita di consapevolezza della nostra terra”

Milani, il Gigante del Polesine

Dopo i numerosi annunci, è finita l’attesa: la mostra su Virgilio Milani (1888-1977), l’artista più rappresentativo del ’900 nel nostro territorio, presentata in anteprima ieri alla stampa e autorità, da oggi apre i battenti al pubblico al secondo piano di palazzo Roncale, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, in collaborazione con il Comune di Rovigo, la Fondazione Banca del Monte di Rovigo e Arcadia Arte.

L’esposizione, intitolata “Virgilio Milani e l’arte del ‘900 in Polesine”, sarà visitabile gratuitamente da oggi e fino al 25 giugno, “orgogliosi - ha sostenuto Gilberto Muraro presidente della Fondazione Cariparo - di vedere una crescita di consapevolezza del nostro territorio luoghi, fatti, personaggi”, che sono stati al centro delle recenti mostre del Roncale, la cui storia è stata ripercorsa in apertura dall’ideatore Sergio Campagnolo.

“Una mostra - ha precisato - tra le più complesse sia per gli interventi di supporto e anche di critica di molti sia per la difficoltà di superare la prescrizione testamentaria dello stesso Milani contrario ad esposizioni dei suoi lavori dopo la morte”. Si ricorda, in effetti, il suo volontario isolamento nella pur amata Rovigo (tanto da non volerla lasciare mai) e quella sorta di “auto damnatio memoriae”, che lo portò negli ultimi anni a distruggere diverse sue opere, alcune salvate dai fedeli amici Vittorio Milan e, soprattutto, Paolo Gioli.

L’ostacolo, ha spiegato Campagnolo, è stato sviato “facendo dialogare Milani con altri artisti del territorio”, da cui la seconda parte del titolo della mostra. Infatti, accanto alla ricostruzione del percorso cronologico della produzione dell’artista, nell’esposizione trasformata in una collettiva si possono vedere alcune opere di Mario Cavaglieri, Leone Minassian, Edoardo Chendi e Paolo Gioli, che di Milani tutti considerano assieme al critico Giuseppe Marchiori una sorta di erede morale.

Ma tornando al protagonista, resta ancora oggi un mistero come spesso camminando per il centro di Rovigo e imbattendoci nelle numerose testimonianze dell’operato artistico di Virgilio Milani - dalla Fontana della Riconoscenza davanti alla stazione dei treni, a vari fregi, bassorilievi, lapidi e perfino mosaici, come quello dell’ex Celio, sulle facciate di molti palazzi, chiese ed anche del Teatro Sociale, fino alla grande statua dell’esploratore Miani o al monumento nel cortile della scuola Casalini, tanto per citarne solo alcuni - per i più passino ancora inosservate. Ben si comprende, quindi, l’auspicio del sindaco Edoardo Gaffeo, che “la rivalutazione di Milani sia una delle leve per fare anche di Rovigo una città conosciuta ed apprezzata per il suo patrimonio d’arte e di cultura”.

Nella seconda parte, la curatrice Alessia Vedova, esperta d’arte, ha illustrato ai presenti le opere esposte, di cui sottolineiamo due peculiarità: la famosa “Contadina”, simbolo del Polesine, che, nella duplice versione fittile e bronzea per la prima volta insieme, accoglie i visitatori al piano terra e la bellissima “Bagnante”, sul cui sfondo scorre la videoproiezione di “Scano Boa”, il noto film tratto dal romanzo di Cibotto.

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