VOCE
pasqua
08.04.2023 - 11:00
“Cerco di convincere altre persone a fare lo stesso”. Ma c’è ancora chi dice no: “Sarà in tavola”
Agnello sì, agnello no. Il dilemma si ripete ogni anno nel periodo di Pasqua. Il sacrificio di questi animali impietosisce la maggior parte dei rodigini, che non trovano una giustificazione a queste morti. C’è chi pensa che sia una barbarie senza fine, figlia di una tradizione che dovrebbe essere rivista, e chi addirittura salverebbe qualche cucciolo dalla morte per una consuetudine che non si dovrebbe ripetere. Ma c’è anche chi queste tradizioni antiche le vuole rispettare e l’agnello, a Pasqua, lo mangia anche per non contraddirsi: se si mangia la carne, si mangia pure quello.
Commenta Elisa: “Io non mangio assolutamente l’agnello per mia scelta personale. Credo che ci possano essere molte altre valide alternative alla sofferenza di un cucciolo che deve poter vivere più a lungo. Per quanto riguarda l’adozione, io la farei ma ovviamente a distanza, in un ambiente come quello di una fattoria in cui può crescere felice, altrimenti non saprei nemmeno dove metterlo”.
Anche Patrizio si schiera contro questa abitudine: “Per me l’agnello non si deve mangiare e sto cercando di divulgare questo mio pensiero il più possibile affinché sempre più persone vengano sensibilizzate rispetto all’argomento e non facciano più morire piccoli cuccioli innocenti”. E Alice si pone sulla scia di questa opposizione alla macellazione degli agnelli, affermando: “Io sinceramente ne salverei anche più d’uno perché non è la fine che si meritano. Anzi, possiamo dire che è una barbarie senza tempo che ancora viene messa in atto per una tradizione religiosa come quella cattolica che io credo potrebbe essere soltanto simbolicamente rispettata, senza per forza sacrificare animali così piccoli. Per cui, salviamo gli agnelli durante questo periodo”.
In netta contrapposizione, invece, è il pensiero di Pietro che dichiara: “Per me l’agnello è una tradizione, così come ci sono tante altre tradizioni che anno dopo anno vengono tramandate di generazione in generazione in ogni popolo. Per cui io mangerò l’agnello, anche durante questa festività”.
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