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Chendi lancia la sfida al suo Pd

Giovedì la riunione del gruppo, Nello: “Io pronto a lasciare. Vediamo chi ha i numeri”

Chendi lancia la sfida al suo Pd

La sfida è lanciata. “Se Prandini si sente tanto sicuro, convochi un congresso straordinario e lo chiami ‘Rovigo 2030, contenuti e alleanze’”. Quella che può sembrare una provocazione arriva dal capogruppo Pd Nello Chendi, ed è in apparenza rivolta al segretario comunale del partito Giacomo Prandini. Ma dietro alla guerra tra i due, che rischia di polverizzare il partito in città, c’è molto di più. Una guerra per bande di cui lo scontro Chendi-Prandini è soltanto la punta di un iceberg. E che lo stesso Chendi mette a nudo dicendo che quelle parole contro di lui e contro il sindaco Gaffeo, firmate da Prandini, “non sono certo farina del suo sacco. Fa soltanto da parafulmine, ma quell’intervento gli è stato dettato da qualcun altro, che posso riconoscere dallo stile”. Non fa il nome, forse non serve.

Quello che traspare, però, è un partito spaccato in due. Da un lato Prandini è il portavoce, in questa fase, dell’area che, da sempre, fa riferimento all’ex senatore Domenico Romeo e alla presidente del consiglio comunale rodigino Nadia Romeo; dall’altra Chendi si è riposizionato al fianco alla componente che vede l’assessore Giorgia Businaro e l’ex deputato Diego Crivellari come principali esponenti. Attorno a queste due galassie, gravitano poi altri “pianeti”, più o meno sciolti, ma che non possono non fare i conti con le forze di gravità, e d’attrazione, dei due poli interni.

Uno scontro che rischia di essere il filo rosso che si dipanerà nei prossimi mesi all’interno della compagine amministrativa dem. Con una finestra con vista importante: quella sulle candidature alle Comunali 2024, vera e propria posta in palio in questo momento a cui entrambe le componenti, in un modo o nell’altro, tendono.

Dopo il colpo sganciato da Prandini l’altro giorno, che ha di fatto bocciato l’amministrazione Gaffeo e chi la appoggia, ieri in molti, in Comune come nel partito, professavano fosse l’ora del silenzio e della riflessione. Da una parte come dall’altra, insomma, tutti tesi a vedere cosa accadrà. Tutti, meno il vulcanico Nello Chendi che da vecchio socialista forse si è sentito spronato a rispondere “a brigante, brigante e mezzo”.

“Prandini mi vuole? Mi convochi in partito. Anzi, faccia di meglio: non si mascheri dietro il risultato di un congresso i cui candidati erano Schlein e Bonaccini e convochi un congresso cittadino straordinario, in cui discutere di contenuti e alleanze per il prossimo quinquennio di vita amministrativa”, traccia la rotta Chendi. Che poi punzecchia: “Prandini rivendica come un successo il 19% ottenuto dal Pd a Rovigo, alle Politiche di settembre, ma forse dimentica che per vincere, l’anno prossimo, servirà il 51%”.

Intanto, il capogruppo prepara le contromisure e fa sapere di aver convocato il gruppo consiliare per giovedì, vigilia del consiglio comunale sul consuntivo 2022. All’ordine del giorno - annuncia - “metterò il posto da capogruppo, se qualcuno vorrà farlo e se avrà i sei voti per farsi eleggere. Io di certo non vivo per questo ruolo: ho un lavoro, faccio l’imprenditore. Non ho nessuna intenzione di restare a fare il capogruppo di un partito che vuole sfiduciare il sindaco o cambiare maggioranza. Se invece qualcuno ha idee diverse dalle mie, lo dica e si faccia avanti”. Una sfida lanciata ben sapendo di poter godere dell’appoggio della maggioranza dei consiglieri comunali. Ma la battaglia è appena agli inizi.

Ma. Ran.

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