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Barriere e invasi contro il sale marino

Le associazioni agricole chiedono interventi per evitare il peggioramento della crisi idrica

Barriere e invasi contro il sale marino

Strategie contro il rischio siccità e risalita del cuneo salino, non ancora neutralizzati dalle piogge dei giorni scorsi. Si sono incontrate le associazioni agricole di Rovigo e Venezia per analizzare la situazione di crisi idrica e siccità che sta preoccupando tutta l’Italia e le conseguenze che ciò potrebbe avere per l’annata agraria 2023 nel territorio consorziale con particolare riguardo alle possibili conseguenze della risalita del cuneo salino lungo Po ed Adige.

Presenti Coldiretti, Confagricoltura, Cia agricoltori. La situazione delle portate di Adige e Po non è semplice, visto che le basse portate sono conseguenza di mancanza d’acqua negli invasi montani e di neve in montagna. Evidenziato che già in aprile in alcuni giorni non è stato possibile derivare dall’Adige acqua irrigua a causa delle portate eccessivamente basse del fiume che hanno comportato la risalita del cuneo salino che ha superato la barriera antisale.

Per quanto riguarda il Po la situazione è già di allarme in quanto la portata a Pontelagoscuro è scesa ben sotto i 300 mc/s superando la soglia dei 450 mc/s al di sotto della quale le barriere antisale, realizzate negli anni ’80 e ’90 diventano inefficaci.

Le azioni messe in campo per contenere i disagi riguardano l’invaso di elevati volumi di acqua dolce nella rete promiscua ed il pompaggio dell’acqua dolce dalla rete di scolo alla rete irrigua.

Nella discussione sono state indicate le soluzioni e le progettazioni in corso: la nuova barriera antisale alla foce dell’Adige e la nuova Barriera antisale alla foce del Po di Pila. Per l’Adige è già stato ottenuto sia il finanziamento per la progettazione dell’opera che è in fase di conclusione che per la sua realizzazione mentre per il Po è stato ottenuto il finanziamento per la progettazione. Alcune soluzioni sono state ritenute impercorribili ed altre comunque tali da richiedere tempistiche più lunghe rispetto a quelle in corso.

I rappresentanti delle associazioni agricole hanno preso atto che la situazione di crisi idrica è tale da non poter essere risolta a breve ma comunque hanno evidenziato che deve essere affrontata trattenendo ogni goccia d’acqua dolce possibile ed evitando ogni forma di spreco.

L’opera d’ora in poi sarà anche quella poter informare della situazione i propri associati nella convinzione che comunque solo le piogge potranno consentire di aumentare la portata dei fiumi e conseguentemente derivare la necessaria acqua dolce senza la quale aree sempre più estese diventeranno soggette a fenomeni di insalamento delle falde e microdesertificazione.

E’ stato preso atto che la situazione non riguarda solamente l’agricoltura ma tutto l’ambiente ed il territorio deltizio: la falda salata che comunque viene alimentata dalle infiltrazioni attraverso e sotto gli argini a mare e nei tratti terminali dei rami dei fiumi comporta la perdita di un ecosistema importante ed unico come quello del Delta del Po.

Da segnalare che ieri, a seguito delle forti piogge cadute nei giorni scorsi lungo l’asta del Po, il livello del grande fiume è salito di oltre un metro all’altezza del territorio di Parma. Ma la situazione, per quanto in evoluzione, rischia di tornare ben presto allo stato... siccitoso che si registra oramai ininterrottamente dalla passata primavera.

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