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Roccati in mostra, buona la prima

La vita e le opere della ragazza che sfidò le convenzioni della sua epoca e studiò fisica

Roccati in mostra, buona la prima

Buona la prima per la mostra “Cristina Roccati, la donna che osò studiare fisica”, che ieri ha aperto ufficialmente alle visite, a palazzo Roncale.

L’esposizione, nata da un’idea di Sergio Campagnolo, è stata promossa dalla Fondazione Cariparo, con il supporto dell’Accademia dei Concordi e il patrocinio del Comune di Rovigo. E si tratta di un’occasione per la riscoperta di una figura, sulla quale (come per molte donne) è calata una coltre di oblio, che per secoli l’ha mantenuta sconosciuta anche a molti dei suoi stessi concittadini e, nello stesso tempo, per conoscere un’altra eccellenza della nostra terra ben oltre i suoi confini.

Cristina Roccati fu una donna che “osò” studiare, perché all’epoca che, da un piccolo centro qual era Rovigo, una ragazza di appena 15 anni partisse per Bologna per studiare all’università era cosa mai vista. E ancora più incomprensibile, e forse scandaloso, parve l’oggetto dei suoi studi: materie che esulavano dalle competenze proprie “delle donne”, come sottolinea la curatrice della mostra, Elena Canadelli.

“In un mondo senza donne come quello della scienza dell’epoca - afferma la Canadelli - la Roccati si laureò nel 1751, appena diciannovenne, e l’anno successivo si trasferì a Padova per continuare la sua formazione con lo studio dell’astronomia e della fisica di Newton”. Tornata a Rovigo, si dedicò all’insegnamento della fisica rivolgendosi principalmente ai membri dell’Accademia dei Concordi, che nel 1754 la nominarono, non senza proteste e persino dimissioni polemiche, loro “Principe”.

Tutto questo è nella mostra di palazzo Roncale, che resterà visitabile fino al prossimo 21 aprile.

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