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REAZIONI

Infermiera aggredita: “Noi a fianco del personale”

Parla Pietro Girardi: "Rischio alto negli ambienti sanitari"

"Ritroviamo la solidarietà con cui abbiamo lottato contro il Covid"

Pietro Girardi, dg della Ulss 5 Polesana

ROVIGO - “La prima cosa è la vicinanza e la solidarietà al personale che opera al servizio della comunità e si trova poi suo malgrado coinvolto in episodi di questo tipo, che vanno sempre e comunque condannati e che devono essere combattuti con tutte le forme possibili, perché medici e operatori sanitari devono lavorare in sicurezza”. Così il direttore generale dell’Ulss Polesana Pietro Girardi commenta quanto accaduto nella notte fra giovedì e venerdì al pronto soccorso dell’ospedale di Adria, che non è purtroppo un episodio isolato.

“Al di là del singolo caso e pur capendo che in certi casi c’è anche un aspetto di patologia che può influire negativamente sui comportamenti – aggiunge il dg - resta il fatto che purtroppo negli ambienti sanitari c’è ancora un rischio troppo alto che avvengano fatti del genere. Soprattutto nei pronto soccorso, ma non solo. Anzi, proprio una quindicina di giorni fa è c’è stato un episodio di pesanti minacce al personale del consultorio di Rovigo. Era già successo, perché purtroppo spesso si va sbattere con situazioni personali o familiari particolari e delicate. Condivido le parole del presidente della Regione Luca Zaia, che dopo l’aggressione al medico della continuità assistenziale di Portogruaro ha detto che continueremo l’opera di rafforzamento della sicurezza delle strutture sanitarie, con il potenziamento delle misure di controllo e la formazione specifica degli operatori per la gestione delle situazioni a rischio, così come la collaborazione con le forze dell’ordine, che ringrazio per la collaborazione continua anche attraverso il protocollo siglato con la Prefettura, e l’implementazione della presenza di vigilanza nei pronto soccorso e nelle aree considerate più esposte, ma non è pensabile che le nostre strutture sanitarie diventino presidi militari. C’è anche una necessità di educazione civica nella quale non solo il mondo della sanità deve essere coinvolto”.

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