VOCE
IL CONVEGNO
27.02.2025 - 22:00
“Vi sensibilizzo, ragazzi, a prendere una posizione: davanti al bullismo, ai fenomeni di babygang, siete indifferenti? Anche stare fermi, difronte a ciò che ci accade davanti, ha delle conseguenze nella costruzione della vostra vita, sarete donne e uomini del futuro”.
Sono queste le parole di Manuela Fasolato, procuratore della Repubblica di Rovigo che giovedì, nel salone del Grano, insieme a Nicola Molteni, sottosegretario al ministero dell’Interno, Stefano Paoloni, segretario generale nazionale Sindacato autonomo di polizia e Luca Pagliari, giornalista e documentarista, ha accolto molti studenti delle secondarie di secondo grado della provincia, al convegno pubblico “Baby gang, reati minorili e cyberbullismo; strumenti per fronteggiare un piaga sociale dei nostri tempi”.
Organizzato dal Sap, in occasione del decimo congresso provinciale, con il patrocinio dell’Ordine degli avvocati di Rovigo, l’incontro ha parlato, concretamente, di tutto ciò che ruota attorno ad alcuni fenomeni in netto aumento, sia nazionale che locale, quali delinquenza giovanile nelle cosiddette “babygang” e cyberbullismo, evidenziandone gli strumenti giuridico normativi, educativi e scolastici, per poterli fronteggiare.
Tre ragazzi su 10 sono vittime di bullismo, secondo i dati nazionali rimarcati da Matteo Valente, segretario provinciale Sap in apertura: “Il 46% di questi, almeno una volta, ha pensato al suicidio. Il bullismo è una delle cause più dirette di morte, specie giovanile , nel mondo. Silenzio e paura vanno ad aggiungersi alla gravità degli episodi”. Moderati da Fabio Ballestriero, dirigente sindacale sap, i relatori hanno evidenziato l necessità di un intervento non solo giuridico sulle procedure ma anche umano. “La risposta penale dovrebbe essere l’ultima spiaggia, una risposta residuale”, ha commentato Fasolato, aggiungendo: “Secondo le statistiche del ministero della giustizia (registrate da gennaio 2025 fino al 15 febbraio), i minorenni e giovani adulti (fino ai 25anni), in carico ai servizi della giustizia minorile, sono 17.093, rispettivamente, 15.365 a carico degli uffici di servizio sociale e 1.728 quelli presenti nei servizi residenziali. La carcerazione, dunque, avviene solo quando le altre misure cautelari non sono idonee. Bisogna agire prima, già dalla formazione”.
E, rivolta ai ragazzi, ha aggiunto: “Vorrei farvi un esempio forte: è da poco passato il Giorno della memoria. Avrete sentito parlare dell’indifferenza, indifferenza anche delle famiglie che vivevano vicino ai campi. In alcuni casi, traevano anche un piccolo interesse dallo sfruttamento dei deportati all’interno delle loro attività produttive. Non siate indifferenti: a volte si corre il rischio di esserlo per paura, sottovalutazione di ciò che sta succedendo e purtroppo anche tornaconto. Contrastiamo la violenza, non solo per le conseguenze penali ma anche per quelle umane”.
E’ seguito Nicola Molteni: “In un mondo che non può fare a meno della digitalizzazione, abbiamo una reputazione pubblica. Occorre pensare prima di pubblicare”. E proprio in merito a questo, si sono succeduti due momenti toccanti nei quali Pagliari, autore della collana “#cuoriconnessi”, ha raccontato la storia di Alessia e Stefania, rispettivamente vittima e bulla; una storia però che, grazie alla denuncia e alla presa di coscienza, ha ricongiunto le due, nel sapere chiedere perdono e nel poterlo donare, nonostante tutto.
Plauso all’iniziativa anche dalle autorità presenti, visti anche i recenti fatti i cronaca legati alla maxi operazione anti babygang condotta dalla polizia nel centro città e in due istituti scolastici polesani. “Fenomeno che ahimè sta dilagando ma che ci deve vedere tutti, come istituzioni, impegnati nella prevenzione e diffusione dei messaggi valoriali ai ragazzi”, ha sottolineato il prefetto di Rovigo, Franca Tancredi, seguita dal questore Eugenio Vomiero: “Giovani, siete giovani cittadini, potete toccare qui le istituzioni nella loro interezza, un’opportunità utile per non sbagliare e scegliere la strada giusta”.
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