VOCE
06.03.2025 - 11:04
In Italia, garantire un accesso stabile alla televisione nelle aree montane e periferiche resta una sfida ancora aperta, aggravata dal passaggio al digitale terrestre e da un digital divide che penalizza milioni di cittadini. Se nei grandi centri urbani la transizione tecnologica ha migliorato la qualità del segnale e ampliato l’offerta, per molte comunità di montagna e delle zone rurali più remote ha rappresentato un peggioramento, lasciandole spesso prive di copertura adeguata e riducendo l’accesso non solo all’intrattenimento, ma anche a informazioni e servizi fondamentali.
Il digitale terrestre, nato per offrire una televisione più moderna ed efficiente, ha finito per penalizzare le aree più difficili da raggiungere. Questo sistema richiede una ricezione stabile e continua, mentre il vecchio segnale analogico – pur con prestazioni inferiori – riusciva ad arrivare anche laddove oggi il digitale fatica. La progressiva chiusura dei ripetitori locali, essenziali per servire i territori meno popolati, ha aggravato ulteriormente la situazione, ampliando il divario tra le città e le aree isolate.
In teoria, lo streaming potrebbe essere una valida alternativa, liberando gli utenti dalla necessità di antenne tradizionali e offrendo accesso ai contenuti televisivi via Internet. Tuttavia, questa soluzione in Italia è ancora limitata dalle carenze infrastrutturali. Secondo AGCOM, circa 8 milioni di famiglie non dispongono di una connessione fissa e si affidano solo a reti mobili, spesso lente e instabili. A queste si aggiungono circa 5 milioni di famiglie che utilizzano vecchie linee in rame, del tutto insufficienti per garantire uno streaming fluido in alta definizione.
La situazione si complica ulteriormente nelle zone montane e rurali, dove la copertura 5G è limitata e le infrastrutture per la banda larga scarseggiano. Secondo ISTAT, circa il 30% del territorio italiano non è raggiunto da connessioni ultraveloci, con punte oltre il 50% in alcune aree degli Appennini e delle Alpi. A queste difficoltà si sommano quelle legate all’uso delle piattaforme digitali, spesso poco intuitive per le fasce di popolazione meno avvezze alla tecnologia.
In questo scenario, il satellite rimane oggi l’unica soluzione affidabile per assicurare un accesso televisivo stabile e di qualità, indipendentemente dalla posizione geografica e dalla rete Internet disponibile. Tivùsat, la piattaforma gratuita sostenuta da Rai, Mediaset e TIM, offre oltre 120 canali, di cui più di 60 in HD e diversi in 4K, garantendo una copertura completa su tutto il territorio nazionale. Con oltre 4 milioni di smart card attive e oltre 15 milioni di telespettatori complessivi tra Tivùsat e Sky, il satellite resta una risorsa fondamentale per chi non può contare su alternative terrestri o digitali affidabili.
Parallelamente, alcune amministrazioni locali stanno tentando di ridurre il divario digitale attraverso soluzioni ibride come il Fixed Wireless Access (FWA), che fornisce connessioni a banda larga tramite antenne radio. Questa tecnologia può migliorare la copertura nelle aree più difficili, superando in parte i limiti della fibra ottica. Tuttavia, la diffusione su larga scala di questi sistemi richiede tempi lunghi e investimenti consistenti, senza offrire una soluzione immediata al problema.
Fino a quando le infrastrutture digitali italiane non garantiranno connessioni stabili e veloci a tutti, il satellite resterà la risposta più concreta per assicurare il diritto universale all’informazione e all’intrattenimento. Se lo streaming rappresenta il futuro della televisione, per milioni di persone che vivono in zone montane o isolate il presente è ancora affidato alla parabola satellitare, oggi l’unico strumento davvero efficace per superare le barriere geografiche e digitali del Paese
La Voce nuova | Direttore responsabile: Alberto Garbellini
Editrice Editoriale la Voce Soc. Coop. | Piazza Garibaldi, 17 - 45100 Rovigo Telefono 0425 200 282 - Fax 0425 422584 - email: redazione.ro@lavoce-nuova.it
Per la tua pubbicita' su questo sito: commerciale.ro@lavoce-nuova.it
Editrice: Editoriale La Voce Società Cooperativa. “La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo.” Redazione: piazza Garibaldi 17, 45100, Rovigo tel. 0425 200282 e:mail: redazione.ro@lavoce-nuova.it sito: www.lavocedirovigo.it
Pubblicità locale: Editoriale La Voce Soc. Coop. Divisione commerciale Piazza Garibaldi 17 - 45100 Rovigo - Tel. 0425 200282. Pubblicità Nazionale: MANZONI & C. S.p.A. Via Nervesa, 21 - 20139 Milano - Tel. 02 574941 www.manzoniadvertising.com Stampa: Tipre srl Luogo di stampa: via Canton Santo 5 Borsano di Busto Arsizio. POSTE ITALIANE S.P.A. - Sped. in Abb. Post. - D.L. 353/2003
(conv. in L. 27/02/2004, n.46) art. 1, comma 1, DCB (Ro). Testata registrata “La Voce Nuova” Registrazione del Tribunale di Rovigo n. 11/2000 del 09/08/2000.
Testata aderente all’Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria www.iap.it. Iscrizione al ROC n. 23289. Associata FILE