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“Andiamo verso la catastrofe”

Sempre peggio

“Andiamo verso la catastrofe”

Alla Berco di Copparo continua la mobilitazione dei lavoratori per scongiurare i licenziamenti annunciati dalla fabbrica nella quale lavorano oltre 100 polesani. Rsu e sindacati hanno annunciato che lo sciopero durerà almeno fino a domenica prossima, prolungando così una protesta che dura da oltre due settimane.

“Lavoratrici e lavoratori - fanno sapere le rsu e Fiom, Fiom e Uilm - a seguito delle assemblee tenute oggi, hanno deciso di proclamare 48 ore di sciopero con presidio delle portinerie da martedì a domenica 16 marzo. La decisione arriva a fronte della persistente situazione di incertezza e precarietà che stiamo vivendo, con la disdetta del contratto aziendale e la procedura di licenziamento collettivo che coinvolge ben 247 lavoratrici e lavoratori. Nonostante il Board aziendale continui a dichiarare un'apertura al dialogo, ad oggi non abbiamo ricevuto alcuna convocazione formale alle parti sindacali. Ciò dimostra che le parole del management non sono seguite da fatti concreti, ma restano solo dichiarazioni di facciata, lontane dalla realtà delle necessità di un confronto serio e costruttivo”.

I lavoratori, infine invitano “i dirigenti aziendali a passare dalle parole ai fatti, smettendo di lanciare messaggi ambigui e a prendersi finalmente le proprie responsabilità. La situazione è gravissima e l'atteggiamento del board aziendale è assolutamente inaccettabile. Le decisioni che vengono prese, senza considerare le ripercussioni sui lavoratori e le loro famiglie, stanno portando l'azienda verso uno scenario catastrofico. Ribadiamo l'importanza di un confronto reale, che sia frutto di una vera volontà di risolvere le problematiche in modo equo e responsabile. Non possiamo permettere che scelte scellerate vengano portate avanti senza considerare l'impatto devastante che hanno sulle persone che ogni giorno contribuiscono alla produttività e al futuro di questo stabilimento”.

Nei giorni scorsi nella fabbrica di Copparo c’erano stati momenti di tensione fra operai che non erano d’accordo con gli scioperi e la maggioranza dei lavoratori che invece volevano proseguire la protesta.

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