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La sicurezza dell’acqua che beviamo

Cortelazzo: “Una serie di passaggi a tutela di tutti”. Manto: “Scelte per impedire che insorgano rischi”

La sicurezza dell’acqua che beviamo

Quanto è sicura l’acqua che beviamo, come arriva nel nostro rubinetto di casa? Processi, miglioramenti ma anche un occhio di attenzione, non solo per la gestione presente, ma anche per quella futura. A queste domande ha risposto il convegno dedicato al cosiddetto “Piano di sicurezza dell’acqua” (Psa), organizzato lunedì alla sala della Gran Guardia, da parte di Acquevenete, con il patrocinio di Ato Polesine, Ulss 5 e Arpav.

“Non è solo un’iniziativa per informare, è prevista anche dal punto di vista normativo. Il processo dell’acqua termina quando apriamo il rubinetto ma inizia molto prima, nei passaggi che oggi vedremo. Siamo vocati a tenervi informati su questo bene primario” ha sottolineato Piergiorgio Cortelazzo, presidente di Acquevenete, in apertura.

Focus dell’incontro, la presentazione del psa della zona di fornitura di Boara Polesine, strumento fondamentale anche per la gestione del rischio idrico, garantendo al contempo qualità e sicurezza dell’acqua potabile lungo l’intera filiera, dalla raccolta inziale, per Boara dall’Adige, alla distribuzione al bacino degli utenti. Questo corrisponde circa a 75.000 abitanti, 35.000 utenze, per un’estensione di 270 chilometri quadrati. Rovigo, Arquà Polesine, Bosaro, Ceregnano, Costa di Rovigo, Pontecchio, San Martino di Venezze, Villadose e Villamarzana, i comuni serviti.

Al tavolo del convegno, Valeria Cittadin, sindaco di Rovigo, ha commentato: “Importante occasione per capire la sicurezza e la salubrità dell’acqua”, seguita da Federico Simoni, presidente Ato Polesine, Alessandro Bordin, Placido Bertin, Lucio Andreotti, Giacomo Carletti e Giorgia Lugarini. “Ci poniamo come obiettivo che quest’acqua sia sempre sicura per il futuro, senza rincorrere le emergenze, ricordiamo la torpidità in eccesso nel 2018 a Boara. Vediamo gli effetti del cambiamento climatico - ha commentato Monica Manto, direttore generale Acquevenete - facciamo scelte per gestire i rischi, affinché non si verifichino. L’acqua è completamente sicura, anche viste tutte le procedure, non solo effettuate dal nostro centro ma anche da tutte le altre realtà regionali”.

In merito alle scelte, come illustrato da Lugarini, garantire la sicurezza è la priorità del piano, unita alla valutazione del rischio infrastrutturale (valutazione dell’efficacia delle caratteristiche tecniche esistenti), di quello residuale (valutazione delle misure di controllo esistenti) e ancora, quello rivalutato (valutazione del rischio a valle dell’implementazione delle azioni di miglioramento).

“A fronte di 1 milione e mezzo investito - ha aggiunto Carletti -, rispetto a Vaia 2018 in cui la filiera era diversa, sono state aggiunte due linee di trattamento parallele, ovvero per i trattamenti preliminari da acqua grezza”.

Il prossimo incontro con la cittadinanza è fissato per lunedì 24 marzo alle 18 al municipio a Villadose, un’ulteriore occasione per approfondire i lunghi passaggi che portano ad avere, tutti i giorni, l’acqua sicura dai nostri rubinetti”.

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