VOCE
rovigo
19.03.2025 - 21:00
Mezz’ora di ritardo al lavoro e un carico di ragazzini adolescenti da portare al lavoro. I disagi - piccoli e grandi - dovuti ai disservizi nel trasporto pubblico locale sono all’ordine del giorno per chi si affida agli autobus per raggiungere il luogo di lavoro dalle frazioni o la scuola.
L’ultimo caso lo racconta una residente di Grignano, Paola (il nome è di fantasia), che ha una famiglia numerosa e un lavoro impegnativo. “E’ successo - spiega la donna - che abbia dovuto rinunciare al servizio bus per il quale paghiamo un abbonamento, senza alcuna informazione e alla fine ho dovuto prendere l’automobile e caricarmi i figli con i loro amici per portarli a scuola. Ovviamente ho dovuto produrre una giustificazione al lavoro per il ritardo dovuto all’autobus che non è proprio passato”.
La famiglia di Grignano deve fare costantemente i conti con le corse che non arrivano e non passano. “Noi paghiamo 600 euro di abbonamento annuale per i nostri due figli - premette la mamma rodigina - E l’anno prossimo arriveremmo a 900 euro per la necessità di aggiungere il terzo figlio al servizio. Ma mio marito sta studiando un’organizzazione alternativa per evitare l’autobus visto il disservizio che avviene con frequenza”.
L’utente ha scritto una mail di richiamo all’azienda BusItalia che ha candidamente spiegato che nel caso specifico della mattina in cui il veicolo non è proprio passato da Grignano, c’era stato un problema di malattia dell’autista.
“Una giustificazione che a mio parere non è sufficiente - rincara la dose la rodigina - anche perché a fronte di un abbonamento pagato profumatamente, loro dovrebbero garantire eventuali carenze di personale”.
L’ultima volta in cui il bus ha saltato la corsa è avvenuto lunedì scorso, 17 marzo. “L’autobus delle 12,40 all’uscita della scuola, a Rovigo, non è proprio passato. Mia figlia ha dovuto attendere un’ora che arrivasse quello successivo, perché nessuno di noi riusciva ad andarla a prendere. Sono gravi disagi, che meriterebbero delle risposte diverse da quelle date dalla società. Il cittadino non ci dovrebbe rimettere per i problemi quotidiani dell’azienda. La mancanza di personale ci sta ma bisogna trovare la soluzione non è che se uno è in malattia salta la corsa”.
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