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Il limite della vita

Perché l’uomo non supererà i 120 anni

Perché l’uomo non supererà i 120 anni

È scomparsa il 19 agosto 2024, a 117 anni, Maria Branyas Morera, la persona più anziana del mondo. Viveva a Olot, in Catalogna, circondata da affetti, libri e cani. Aveva due figlie ultranovantenni e, fino all’ultimo, una mente lucida e curiosa.

Il suo nome si aggiunge a una breve lista di donne straordinarie: Lucile Randon, morta a 118 anni, e Kane Tanaka, scomparsa a 119. Anche l’Italia ha avuto la sua decana, Emma Morano, di Verbania, morta a 117 anni. In Giappone, dove l’invecchiamento è un fenomeno sociale di massa, oltre 58.000 persone hanno più di cento anni, per l’87% donne.

Negli ultimi anni, Maria era stata seguita dal genetista Manel Esteller dell’Università di Barcellona, che ne aveva analizzato sangue, saliva, urine e flora intestinale. I risultati, pubblicati su Cell Reports Medicine, hanno mostrato un quadro sorprendente: la donna aveva telomeri cortissimi, una condizione associata di solito a una vita breve, e cloni cellulari anomali nel sangue, segni che in altri individui preludono a malattie. Eppure Maria godeva di piena salute.

La chiave della sua longevità sembra risiedere altrove: bassi livelli di colesterolo “cattivo”, assenza di infiammazione, sistema immunitario efficiente e una microbiota giovanile, ricco di Bifidobacterium, forse grazie al consumo quotidiano di yogurt. Ma soprattutto, il suo patrimonio genetico era eccezionale: portava molte varianti associate alla longevità e nessuna di quelle che predispongono a malattie degenerative.

Nonostante ciò, nemmeno Maria ha superato la soglia dei 120 anni, un confine che nessun essere umano ha mai oltrepassato da Jeanne Calment, morta nel 1997 a 122 anni. Questo limite non è casuale: è scritto nei nostri geni, un programma biologico che regola la durata della vita di ogni specie.

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