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CRONACA

La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto

Costi fuori soglia e criticità ambientali

La Corte dei Conti boccia il Ponte sullo Stretto

La Corte dei Conti ha negato il visto di legittimità alla delibera del Cipess che ad agosto aveva approvato il progetto definitivo del Ponte sullo Stretto di Messina. La decisione non ferma in modo definitivo la grande opera, ma rappresenta un nuovo e pesante stop per uno dei cantieri più discussi del Paese.

I magistrati contabili hanno individuato gravi irregolarità nella procedura, legate soprattutto alla compatibilità del contratto con le norme europee e al superamento del 50% dei costi previsti nel bando originale. Un punto critico che, secondo la Corte, avrebbe richiesto una nuova gara pubblica.

I rilievi: costi, ambiente e diritto Ue

La bocciatura della delibera Cipess n. 41/2025 si fonda su una serie di rilievi già evidenziati in passato: coperture economiche incerte, stime di traffico non aggiornate, carenze sulla valutazione di impatto ambientale e problemi di conformità sismica.
Nel mirino anche la società Webuild, capofila del consorzio Eurolink insieme a partner italiani e stranieri, il cui contratto è stato ritenuto non conforme alle regole europee sugli appalti.

La procedura contestata

Secondo i giudici contabili, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e Piero Ciucci, amministratore delegato della Società Stretto di Messina, non avrebbero dimostrato di aver rispettato i limiti imposti dall’Unione Europea per la variazione dei costi.
Anche le procedure ambientali sono finite sotto accusa: la Valutazione d’incidenza è risultata incompleta e la classificazione del Ponte come “opera di interesse pubblico militare”, usata per superare i vincoli ambientali, è stata definita forzata.

Cosa succede adesso

La bocciatura della Corte non significa però la fine del progetto. Il governo può decidere di procedere comunque, approvando il testo in Consiglio dei ministri e trasmettendolo poi alle Camere. In quel caso la Corte potrà registrare l’atto con riserva, riconoscendone l’efficacia ma segnalando la responsabilità politica dell’esecutivo.

Il premier Giorgia Meloni e Salvini hanno già annunciato che non intendono fermarsi, ma l’avvio dei cantieri, previsto per novembre, potrebbe slittare di alcune settimane.

Una grande opera in bilico

Il progetto del Ponte sullo Stretto — 3,3 chilometri di campata sospesa, un’opera da oltre 7 miliardi di euro — resta così sospeso tra ambizioni politiche e nodi legali.
Per la Corte dei Conti, oggi come nel passato, l’opera simbolo del governo rischia di piegare le regole ai desideri del potere.

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