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CRONACA

"Meglio non fare il medico": lo sfogo del prof. Paolo Nucci

"I pazienti ci vedono come nemici. Lo Stato ha ucciso la vocazione"

"Meglio non fare il medico": lo sfogo del prof. Paolo Nucci

Un monito più che un consiglio. Paolo Nucci, oculista di fama e professore all’Università di Milano, lancia un duro atto d’accusa contro il sistema sanitario italiano: «Meglio non fare il medico. Lo Stato ci ha tradito».
In un’intervista al Corriere Torino, Nucci — intervenuto in occasione della presentazione del suo libro Perché (non) fare il medico — descrive una professione «svuotata del suo cuore: la cura».

«La medicina è diventata difensiva»

«Oggi — spiega Nucci — la prescrizione per le cause legali scatta dopo dieci anni, ma basta una lettera di diffida per far ripartire il conteggio da zero. È così che la giustizia ci tiene appesi per decenni».
Il risultato, denuncia il professore, è una “medicina difensiva”, in cui i medici pensano più a tutelarsi che a curare. «In una società arrabbiata e disgregata, il cittadino vede il medico come un nemico di potere. E noi, schiacciati da burocrazia e paura, abbiamo perso il senso più profondo del nostro lavoro».

«Non rinunciate al sogno, ma sappiate dove entrate»

Nonostante tutto, l’oculista non vuole scoraggiare i giovani: «Non dico di rinunciare al sogno di diventare medici. Voglio solo che sappiano a cosa vanno incontro. Non è più una missione romantica, ma una battaglia quotidiana».

I giovani e l’illusione del “posto al sole”

Nucci osserva con amarezza anche il cambio di motivazioni tra i nuovi studenti di medicina: «Oggi molti scelgono la facoltà per la sicurezza economica, non per vocazione. Si punta alle specializzazioni più redditizie — dermatologia, oculistica, chirurgia plastica — lontane dai reparti più difficili come i pronto soccorso».
Il docente attribuisce gran parte delle colpe alla politica: «C’è speranza per il Servizio sanitario nazionale? Sì, ma solo se la politica si farà da parte e restituirà ai medici la gestione della sanità. Finché le decisioni saranno prese da chi non conosce le corsie, continueremo a perdere pezzi di umanità».

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