VOCE
CRONACA
31.10.2025 - 18:00
Dietro la frenata del governo dopo la bocciatura della Corte dei Conti sul Ponte sullo Stretto di Messina c’è un rischio preciso: quello del danno erariale. Se l’esecutivo decidesse di registrare la delibera Cipess senza l’ok dei magistrati contabili, i ministri e i vertici coinvolti potrebbero rispondere in prima persona per eventuali irregolarità.
«Se dai un incarico a una società senza gara, a un prezzo non congruo, potrai essere chiamato a rispondere del danno erariale», spiega Aurora Notarianni, avvocata del Wwf. Il punto è che il governo avrebbe mantenuto lo stesso general contractor, Eurolink, nonostante modifiche societarie e costi aumentati di oltre il 50% rispetto al progetto originale.
In più, la Stretto di Messina Spa, ora pubblica, scaricherebbe tutti i rischi finanziari sullo Stato, e non più su capitali privati come in passato.
Gli ambientalisti sono pronti al ricorso: la legale spiega che il Tar Lazio e persino la Consulta potrebbero essere chiamati a pronunciarsi su violazioni della direttiva europea su concorrenza e appalti, oltre che su irregolarità ambientali.
Dopo le prime reazioni politiche, il vertice tra Meloni, Salvini e Tajani ha scelto toni più cauti. Forzare la mano, spiega Notarianni, «espone governo, Cipess e Stretto Spa al rischio di responsabilità amministrativa e contabile».
«Il controllo preventivo di legittimità è la cifra genetica delle funzioni della Corte», ricorda Paola Briguori, dell’Associazione dei magistrati contabili. «Serve a evitare che entrino nell’ordinamento atti viziati».
Adesso la palla passa al Consiglio dei ministri, che può chiedere il visto con riserva: un atto politicamente forte, ma che non elimina il rischio.
In caso di errore, i firmatari potrebbero davvero dover pagare di tasca propria.
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