VOCE
CRONACA
01.11.2025 - 10:00
Il governo resta compatto – almeno ufficialmente – sulla tassa sugli extraprofitti delle banche, ma nel centrodestra le tensioni aumentano.
La premier Giorgia Meloni difende la misura, definendola “un gesto di responsabilità verso l’Italia”. «Se su 44 miliardi di profitti nel 2025 le banche ne mettono 5 a disposizione per aiutare le fasce più deboli, credo che possiamo essere soddisfatti noi e anche loro», ha dichiarato nel nuovo libro di Bruno Vespa.
La linea di Palazzo Chigi è chiara: l’intesa raggiunta in maggioranza non si tocca. Ma dentro la coalizione non tutti la pensano allo stesso modo.
La Lega chiede di aumentare la quota a carico degli istituti di credito, sostenendo che il settore stia accumulando «margini record».
Forza Italia, invece, fa muro. «L’accordo è chiuso, non si cambia», ribadisce Antonio Tajani.
Il capogruppo Paolo Barelli rincara: «Non voteremo alcuna norma che alteri gli accordi presi».
Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti tenta di frenare: «Ogni eventuale modifica dovrà rispettare i conti e le regole europee. Si può intervenire solo se le misure sono coperte e coerenti con i nuovi vincoli dell’Ue».
Le divisioni non riguardano solo le banche.
Anche la norma sulla cedolare secca per gli affitti brevi divide la maggioranza:
Lega e Forza Italia dicono no all’aumento dell’aliquota,
ma il governo difende il 26%, «come per gli altri investimenti».
Il vice ministro Maurizio Leo precisa: «Non è una misura di vita o di morte, ma il Parlamento può migliorare il testo».
Tra le ipotesi, quella di agevolare gli affitti lunghi: «Proponiamo di abbassare dal 21% al 15% la cedolare secca per chi affitta a lungo termine», spiega Maurizio Lupi (Noi Moderati).
Altro fronte aperto è la tassazione sui dividendi, che potrebbe essere ritoccata al ribasso.
Da Confindustria, il presidente Emanuele Orsini chiede di rivedere il credito d’imposta per gli investimenti e il prelievo sui dividendi: «Serve una sintesi tra governo e sistema bancario: stiamo dialogando per correggere i punti critici».
Il leader del M5s Giuseppe Conte parla di “volano gli stracci sulle banche mentre si investe per le armi”,
mentre Elly Schlein (Pd) ribadisce le priorità dell’opposizione: sanità e salari.
Sul tema è arrivato anche un richiamo del presidente Mattarella, che invita a non trascurare il finanziamento del sistema sanitario.
Con lo scontro tra alleati e le pressioni di Bruxelles, la manovra resta un equilibrio fragile tra consenso politico e vincoli di bilancio — e il nodo banche è ancora lontano dall’essere sciolto.
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