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CRONACA

Piemonte, il giudice assegna casa a un’immigrata

L’assessore FdI Marrone parla di "discriminazione al contrario"

Piemonte, il giudice assegna casa a un’immigrata

Una donna immigrata algerina ha ottenuto dal tribunale di Torino il riconoscimento del diritto alla casa popolare dopo che l’Agenzia regionale le aveva revocato l’assegnazione perché licenziata poco prima della consegna delle chiavi. La legge piemontese infatti prevede, per gli stranieri, l’obbligo di avere un contratto di lavoro in corso per accedere all’edilizia popolare. Il giudice Alberto Lamanna ha però disapplicato la norma, ritenendola discriminatoria, poiché impone ai cittadini stranieri un requisito non previsto per gli italiani.

La sentenza ha scatenato la reazione dell’assessore regionale Maurizio Marrone (Fratelli d’Italia), che ha accusato il magistrato di aver provocato una «discriminazione alla rovescia». «Continueremo a difendere gli Italiani senza casa da quella sinistra, togata o meno, che vorrebbe consegnare tutti gli alloggi pubblici solo agli immigrati sbarcati ieri, trasformando i quartieri popolari in ghetti di degrado», ha dichiarato Marrone.

La vicenda è avvenuta a Beinasco, alle porte di Torino, dove la donna e il marito italiano avevano ottenuto l’alloggio prima di vederselo revocare in base alla legge regionale sull’edilizia residenziale pubblica. Gli avvocati dell’Asgi (Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione), che assistono la donna, hanno impugnato il provvedimento sostenendo che la norma viola il principio di parità di trattamento sancito sia dalla Costituzione italiana che dalle direttive europee.

Il giudice ha accolto il ricorso, bocciando l’esclusione degli stranieri disoccupati e anche il punteggio aggiuntivo legato agli anni di residenza in Italia, definendoli contrari al diritto europeo. Ma Marrone, che è anche assessore alla Casa e figura di punta di FdI in Piemonte, non intende arretrare: «Porteremo la battaglia fino alla Corte Costituzionale. E anche se dovessimo perdere, abbiamo già pronto un piano di riforma per tutelare i nostri connazionali da ogni discriminazione alla rovescia».

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