VOCE
CRONACA
13.11.2025 - 22:00
Matteo Salvini torna a puntare con forza sul tema dell’Islam in Italia. In un colloquio con Open, il leader della Lega afferma che fino a quando la religione islamica non firmerà un’intesa con lo Stato, «non va concesso neanche mezzo metro quadro di spazio».
Il Carroccio ha presentato la proposta di istituire un Osservatorio nazionale per monitorare «fenomeni di islamizzazione», annunciata dalle europarlamentari Susanna Ceccardi, Silvia Sardone e Anna Maria Cisint. L’obiettivo è individuare strumenti normativi per contrastare ciò che il partito definisce un processo «incipiente» e «pericoloso».
Salvini insiste sulla necessità di mappare e chiudere gli «pseudo istituti di cultura islamica» e i ritrovi ritenuti abusivi, anche nei piccoli centri: «Sono totalmente illegali e vanno chiusi».
L’Osservatorio sarebbe composto da venti sindaci selezionati dal dipartimento Enti locali della Lega, incaricati di segnalare:
moschee irregolari o abusive;
centri culturali non autorizzati;
pratiche riconducibili al cosiddetto patriarcato islamico (velo imposto alle minori, ricongiungimenti poligamici);
situazioni di sottomissione o violenza sulle donne.
La misura punta anche a inasprire le pene per mutilazioni genitali femminili e matrimoni forzati, richiamando il principio che «la sicurezza è prodromica alla libertà».
Le dichiarazioni di Salvini arrivano durante la campagna elettorale per le regionali in Veneto, dove la Lega cerca di recuperare terreno rispetto a Fratelli d’Italia. Il tema dell’Islam è ricomparso spesso nei suoi comizi, come quello recentissimo in Puglia, dove ha accusato «troppi immigrati islamici» di minare «il tessuto sociale ed economico» del Paese.
Un modo per consolidare l’identità storica del partito? O per distogliere l’attenzione da dossier interni controversi come il Ponte sullo Stretto? Le prossime settimane diranno se la strategia pagherà sul piano elettorale.
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