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CRONACA

Italia sotto attacco ibrido

Il report Crosetto: più cyber-difesa e fino a 15mila militari aggiuntivi

Italia sotto attacco ibrido

Il nuovo documento presentato dal ministro della Difesa Guido Crosetto al Consiglio supremo di difesa lancia un allarme chiaro: l’Italia è bersaglio continuo di attacchi ibridi, tra cyber-incursioni, disinformazione e manipolazione cognitiva. E servono rinforzi immediati.

Il rapporto – 125 pagine dense di analisi – chiede un aumento di 10-15mila militari specializzati in cyber, spettro elettromagnetico e nuove tecnologie, oltre a una capacità operativa più solida e integrata.

«Siamo sotto attacco: serve agire subito»

Nel non paper Crosetto sottolinea che le crisi sono ormai sistemiche e simultanee, impossibili da affrontare con risposte lente o frammentate.
Le minacce provengono soprattutto da Russia, Cina, Iran e Corea del Nord, oltre che da gruppi non statuali che operano come proxy in più domini: diplomatico, informativo, economico, militare.

L’obiettivo dei loro attacchi è chiaro: indebolire la resilienza democratica, dividere le società e diffondere false informazioni.

Cyber attacchi in forte crescita: +53% nel 2025

I numeri raccolti dall’Agenzia per la cybersicurezza nazionale mostrano un’accelerazione impressionante:

  • nel 2024 gestiti 1.979 eventi cyber e 573 incidenti;

  • nel primo semestre 2025, già +53% di attacchi rispetto allo stesso periodo del 2024.

Le vittime principali sono:

  • sanità;

  • infrastrutture critiche;

  • piccole e medie imprese, spesso prive di difese adeguate e quindi bersagli facili per il ransomware.

Le priorità indicate dal report

Le contromisure proposte spaziano su più livelli. Tra le più importanti:

  • creazione di un comando congiunto per coordinare cyber, elettromagnetico e cognitivo;

  • istituzione di una riserva cyber con militari e volontari civili;

  • potenziamento degli organici con fino a 15mila unità aggiuntive;

  • integrazione più stretta tra Difesa e comparto intelligence;

  • definizione dello spazio cyber nazionale come “campo di operazioni”.

Una nuova “arma cyber” da 5mila unità

Il documento indica anche una roadmap operativa:

  • tutte le operazioni cibernetiche militari dovrebbero fare capo al nuovo comando;

  • va creata una forza cyber civile-militare da almeno 5mila addetti, con forti garanzie funzionali;

  • partenza prevista con 1.200-1.500 unità, per poi crescere fino alla piena capacità;

  • istituzione di un Centro nazionale per il contrasto alla guerra ibrida.

Norme da aggiornare con urgenza

Per rendere possibile questa trasformazione, il rapporto chiede una revisione normativa che permetta alla Difesa di operare nel dominio cyber senza interruzioni, con competenze chiare e strumenti adeguati.

Un messaggio che il ministro ribadisce con forza: “Il tempo per agire è subito”.

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