VOCE
CRONACA
22.11.2025 - 21:00
Secondo Oxfam, nel solo 2024 i miliardari dei venti Paesi più potenti del mondo hanno aumentato la propria ricchezza di 1,8 trilioni di dollari. Una cifra immensa: basterebbe, da sola, a far uscire 3,8 miliardi di persone dalla povertà estrema. L’allarme arriva alla vigilia del G20, in programma questo weekend in Sudafrica.
Il quadro delineato dall’organizzazione è netto:
tra il 2000 e il 2024, il 41% della nuova ricchezza globale è finito all’1% più ricco;
la metà più povera dell’umanità ha ricevuto appena l’1%.
Disparità di questa ampiezza, denuncia Oxfam, minano la coesione sociale, la mobilità e persino la stabilità democratica. Non si tratta solo di un tema etico: è una questione di giustizia e sicurezza globale.
Oxfam chiede ai leader del G20 misure finalmente concrete:
una tassazione più alta e progressiva sulla grande ricchezza;
azioni coordinate contro evasione e elusione fiscale;
norme internazionali per evitare il dumping fiscale tra Stati.
Finora, osserva l’organizzazione, le promesse sono rimaste in gran parte sulla carta, mentre i miliardari continuano a sfruttare meccanismi e giurisdizioni favorevoli per pagare il minimo possibile, pur beneficiando di infrastrutture pubbliche finanziate dai contribuenti.
La presidenza sudafricana del G20 ha messo il tema delle disuguaglianze al centro dell’agenda, chiedendo la creazione di un Panel Internazionale sulla Disuguaglianza: un organismo permanente, sul modello dell’IPCC per il clima, che possa monitorare i dati, valutare le politiche e fornire raccomandazioni ai governi.
La realtà, tuttavia, è già evidente. Viviamo in un mondo in cui una ristretta élite vede crescere i propri patrimoni a ritmi vertiginosi, mentre metà della popolazione globale lotta per arrivare a fine giornata.
Se il G20 vuole dare un segnale credibile, sostiene Oxfam, occorre un accordo internazionale su una patrimoniale.
Ridurre la concentrazione estrema della ricchezza non è più solo un obiettivo politico: è una condizione necessaria per rafforzare la fiducia nelle istituzioni e salvaguardare i principi fondamentali della democrazia.
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