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CRONACA

Allarme pedofili su Roblox

Lo youtuber texano che denunciava gli adescatori di minori viene escluso dalla piattaforma

Allarme pedofili su Roblox

Per due anni Schlep, nome d’arte di Michael, 22enne texano, è stato celebrato online come il “cacciatore dei pedofili di Roblox”. Sul suo canale YouTube, seguito da 2,3 milioni di iscritti, pubblicava video in cui denunciava presunti predatori sessuali che, secondo lui, si aggiravano nella piattaforma di gaming frequentata da milioni di bambini.

La sua attività, però, si è interrotta bruscamente l’8 agosto, quando Roblox gli ha inviato una lettera di diffida e ha bannato tutti i suoi account. Secondo l’azienda, le sue operazioni di vigilanza parallela «violavano i protocolli di sicurezza» e «esponevano la community a rischi maggiori», perché Schlep non avrebbe segnalato correttamente gli utenti sospetti attraverso i canali interni.

Un contesto di accuse pesanti a Roblox

Il caso esplode mentre Roblox affronta azioni legali in diversi Stati americani. Le procure di Louisiana, Florida e Texas ritengono che la piattaforma non stia proteggendo adeguatamente i minori e che sia diventata terreno fertile per abusi:

  • in Louisiana si parla di «sfruttamento sistemico»;

  • in Florida si indaga se Roblox «favorisca l’accesso dei predatori ai bambini»;

  • il Texas accusa l’azienda di mettere «profitti e pedofili» davanti alla sicurezza.

A metà novembre, gruppi come UltraViolet e ParentsTogether Action hanno organizzato una protesta virtuale dentro Roblox, chiedendo misure più severe.

Chi è Schlep e come lavorava

Michael racconta di essere stato lui stesso adescato su Roblox all’età di 12 anni, esperienza che lo avrebbe portato al tentato suicidio. Da qui, la scelta di dedicarsi alla denuncia dei predatori online.

Dal 2023, insieme a un piccolo gruppo di collaboratori, cercava i sospetti soprattutto su Discord, infiltrandosi nei server collegati ai cosiddetti “condo games”, ambienti digitali spesso usati – secondo lui – per scambi e interazioni a contenuto sessuale.

Il suo metodo:

  • simulare essere un minorenne (senza usare identità reali),

  • attirare i presunti predatori in conversazioni compromettenti,

  • consegnare le informazioni alla polizia o a gruppi vigilanti come Pedophile Poachers,

  • filmare gli incontri e pubblicare i contenuti sui social.

Schlep sostiene che questo lavoro abbia contribuito all’arresto di sei uomini, anche se nessuno è stato finora condannato.

La risposta di Roblox

Per Roblox, l’attività di Schlep non era solo irregolare, ma pericolosa.
«Farsi giustizia da soli non è sicuro né nel mondo reale né online», ha dichiarato un portavoce.

Secondo l’azienda, le operazioni dei vigilanti vengono spesso rese pubbliche prima ancora di essere segnalate, aumentando i rischi per le vittime e per eventuali indagini.

Il ban ha però scatenato il movimento #FreeSchlep, che ha coinvolto influencer con milioni di follower. Alcuni creatori, come Kindly Keyin e ThinkNoodles, hanno abbandonato programmi di collaborazione con Roblox in segno di protesta.

Un problema di sicurezza che supera il caso individuale

La piattaforma ha avviato da settembre un nuovo sistema di verifica dell’età con AI, poi esteso anche alle chat. Ma le accuse continuano: gruppi di genitori e studi legali in diversi Stati stanno preparando centinaia di cause legate a presunti casi di adescamento, sfruttamento e violenza su minori.

Schlep, intanto, non si ferma. Pur escluso da Roblox, continua a produrre contenuti e ora collabora con il giornalista televisivo Chris Hansen, noto per le inchieste sui predatori online.

La critica finale di Schlep

«Il problema è che Roblox è troppo aperto», sostiene.
«Se bastano pochi clic per finire in un gioco sessuale, significa che qualcosa non funziona. Se una piattaforma come Disney o Lego avesse gli stessi problemi, verrebbe travolta dalle polemiche».

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