VOCE
CRONACA
10.12.2025 - 20:30
Lido Frediani, chimico 91enne dal carattere duro e solitario, nel 2019 aveva chiesto alla cugina e al nipote di ospitarlo dopo una frattura al femore e vari problemi di salute. La risposta era stata un netto rifiuto: "Ti portiamo i pasti a casa" e "assumi una badante".
Così fa: assume un’operatrice sociosanitaria di 56 anni. E pochi giorni dopo la nomina sua erede, lasciandole un patrimonio stimato in tre milioni di euro, frutto di una vita di lavoro. La decisione scatena una denuncia e un processo per circonvenzione d’incapace, che in primo grado porta alla condanna della badante e del marito (carabiniere) a 4 anni e 4 mesi.
La Corte d’appello di Torino ha completamente annullato il verdetto. I giudici scrivono che Frediani, pur affetto da un lieve deficit cognitivo, era capace di intendere e volere quando scelse l’erede. E soprattutto aveva un chiaro movente emotivo:
"Ha nominato erede la badante per fare un dispetto ai parenti con cui aveva litigato", si legge nella sentenza.
Il rapporto con i familiari era infatti ai minimi. Aveva persino installato un videocitofono "per evitare che loro potessero entrare nella sua casa". Quanto al nipote, i giudici sottolineano che "si spacciava per suo nipote e si recava da lui solo per questioni economiche".
Secondo i magistrati, non c’è stata manipolazione:
"Il chimico manifesta l’intento di nominare erede la badante cinque giorni dopo averla assunta. Non si ritiene che in un così ristretto limite di tempo l’imputata sia riuscita a carpirne la fiducia e indurlo a testare in suo favore".
Più probabile, scrivono, che la donna e il marito non avessero compreso il decadimento cognitivo dell’anziano, e che lui avesse scelto proprio lei solo perché ormai in rotta totale con la famiglia.
Frediani muore nel 2020 per "deperimento da anoressia". La badante e il marito ne dispongono la cremazione senza avvisare i familiari, contribuendo al clima di sospetto attorno alla vicenda.
Assolta dal reato più grave, la coppia non esce però completamente indenne:
10 mesi alla badante
4 mesi al marito
per episodi minori, tra cui il fatto che la donna avrebbe simulato una malattia per lasciare il proprio lavoro e assistere l’anziano.
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